Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Gioco social rivela i dati degli studenti
Rivolta dei genitori alla Foscolo contro «Io so tutto di te»: è stalking. Chiuso il profilo
«Io so tutto di te». È un fenomeno della rete, un profilo di gran moda su Instagram e può avere risvolti inquietanti. Così è apparso ai genitori degli studenti della Media Ugo Foscolo. Tanto che un gruppo di loro ha sporto denuncia alla polizia postale per stalking. Risultato: il profilo è stato chiuso. «Io so tutto di te» non riguarda solo la Foscolo, ma tante altre scuole napoletane.
C’è un Grande Fratello tra di noi. Se lo incontri, ti dichiara senza mezze misure «Io so tutto di te». Ed è vero. Naturalmente è un fenomeno della rete, si tratta di un profilo di gran moda su Instagram e può avere risvolti apparentemente inquietanti. Così è apparso ai genitori degli studenti della scuola media Ugo Foscolo di Napoli, in piazza del Gesù. Tanto che un gruppo di loro ha sporto denuncia alla polizia postale per stalking. Risultato: il profilo è stato chiuso.
Ma partiamo dal principio. Alcuni ragazzini della scuola media del centro storico di Napoli , alcune settimane fa, incappano in questo profilo dal nome curioso: «Io so tutto della Ugo Foscolo» aperto da un non identificato «anonimodivano1990». Sembrava un gioco divertente e in effetti per lo più lo era. Le istruzioni per partecipare sono semplici: basta cliccare «segui» e in un altro paio di passaggi sei dentro. Poi mandi un messaggio con scritto «dimmi» e aspetti. A quel punto ti arriva una risposta molto personale, piena di riferimenti a cose e persone che ti riguardano e quasi sempre esatte al cento per cento. Poi gli screenshot delle conversazioni vengono pubblicate come foto e dunque rese accessibili
L’algoritmo Ogni giorno percorri via Cisterna dell’Olio alle 14 e il tuo papà ha la barba
La denuncia Alcuni minori venivano citati con nomi e cognomi e tanto di foto
a tutti. I genitori della Foscolo, raccontano, si sono preoccupati per il dettaglio in cui l’anonimo riusciva a scendere. Ad esempio a un bambino diceva: «Ogni giorno percorri via Cisterna dell’Olio alle 14, hai un papà con la barba e il tuo migliore amico è Mario». Il tutto spesso appariva con tanto di foto dei ragazzini, prese dal loro stesso profilo (tra l’altro aperto illegalmente, perché i minori non potrebbero accedere ai social). «Alcuni ragazzi venivano addirittura citati con nomi e cognomi», spiegano i genitori. Si capisce bene, dunque, l’allarme nato dal gioco.
Il caso però non riguarda solo la Foscolo. «Io so tutto» è un gioco basato su un algoritmo capace di rastrellare dal web i nostri dati personali e ripresentarceli in forma di dialogo. E chiunque può usarlo in un dato contesto. La sensazione è davvero quella di avere di fronte qualcuno che ti conosce molto bene. Così fioccano i profili Instagram che riguardano diverse scuole napoletane, alcuni più «soft» altri con dialoghi apertamente volgari. In alcuni casi si va nello scandaglio psicologico: «So che ti piaceva un ragazzo fino a poco fa, poi hai lasciato perdere, ma non credo tu sia molto convinta» si legge su «Io so tutto del Galilei». E la risposta: «Oddio come lo sai? È davvero così». Alcuni profili, invece, sono privati e dunque accessibili solo agli iscritti, come per il Mercalli.
È chiaro che la vicenda pone alcune importanti questioni teoriche, dall’utilizzo dei dati personali fino all’uso che i giovani fanno dei social, sempre più invadenti. Il profilo della Ugo Foscolo, tempe- stivamente chiuso, era stato creato probabilmente da alcuni ragazzini e usato male. La proposta dei genitori, alla fine, è stata quella di organizzare dei corsi con alcuni esponenti della polizia postale sul corretto utilizzo dei social. Per i ragazzi ma anche per loro stessi.