Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Si ferma la metro per altre due ore Il sindacato accusa: trasporti al collasso
Dopo il caso ticket Adolfo Vallini della Usb: ennesimo disservizio mentre i lavoratori perdono i buoni pasto
La linea 1 della metropolitana ha ripreso a funzionare solo alle 10. Quando ormai i lavoratori, gli studenti e i pendolari erano ricorsi a soluzioni alternative per raggiungere la scuola e i posti di lavoro. Quando quelli che erano diretti alla stazione avevano perso treni e speranze.
Ieri mattina quella piccola porzione di città che, sul fronte dei trasporti pubblici, ha una possibilità di aggrapparsi a qualche risposta concreta grazie al metrò si è svegliata di nuovo con un servizio dimezzato. Per due ore corse bloccate a Dante e l’impossibilità di arrivare dalle zone a Nord di Napoli fino a piazza Garibaldi.
La pioggia, qualche piccolo incidente, la calca, la domanda che supera di molto l’offerta, l’impianto elettrico in tilt: la lista dei problemi che portano il direttore d’esercizio a dimezzare l’offerta all’utenza almeno due o tre volte a settimana è lunga. Ogni giorno la linea 1 gestisce 160mila utenti con nove treni appena. Basta un piccolo problema in questo sistema delicatissimo, peraltro già insufficiente, e il meccanismo salta. L’attuale frequenza dei treni è di dieci minuti, ma almeno negli orari critici — dalle 7 alle 9 e dalle 17 alle 19 — occorrerebbe portarla a cinque o sei minuti. Servono nuovi treni e la possibilità di uniformare un servizio che da Dante a Garibaldi ha un fronte tecnologico più evoluto.
Gli utenti sono inferociti e impotenti. La linea 1 è una delle poche certezze, insieme con le funicolari, cui aggrapparsi. La proposta sul fronte della gomma è del tutto insufficiente e quando il meccanismo salta — soprattutto alla presenza di pioggia — la giornata diventa ingestibile.
Lo sottolineano con forza anche i sindacati dell’azienda, in queste ore alle prese con la grana dei buoni pasto sospesi — a causa di motivazioni legate allo stato di concordato preventivo cui Anm è stata ammessa — e degli stipendi non corrisposti alla ditta che si occupa della vigilanza nelle stazioni e ai depositi.
«Napoli si è svegliata con l’ennesimo disservizio sulla linea 1 della metropolitana di Anm e con un servizio di autobus ridotto all’osso — rileva Adolfo Vallini di Usb —. Il trasporto pubblico in città è al collasso, ai lavoratori Anm non vengono corrisposte le indennità previste dal contratto, non viene corrisposto lo straordinario, il trattamento di fine rapporto, i buoni pasto. E il sindaco di Napoli che fa? Continua a raccontare ai napoletani e agli utenti inferociti per le lunghe attese alle fermate e nelle stazioni che la responsabilità di tutta questa Odissea è dei lavoratori Anm. Una bugia che arma la mano dei cittadini utenti facendo esplodere la rabbia verso chi lavora su treni e autobus fatiscenti, tenuti insieme con nastro adesivo e filo di ferro. I dipendenti Anm e quelli dell’indotto pagano per l’irresponsabilità di chi avrebbe dovuto esercitare il potere di indirizzo e controllo sull’azienda di trasporti e non lo ha fatto, l’amministrazione comunale dovrebbe chiedere scusa ai cittadini e ai lavoratori, piuttosto che continuare a raccontare bugie come quella in cui sarebbe previsto l’arrivo a breve di nuovi treni, l’erogazione del servizio h24 oppure dell’apertura della linea 6».