Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’Istat: Campania, record di emigranti
Nel 2017 boom di partenze verso il Centro-Nord. E le nascite sono sempre più in calo
La Campania continua a perdere popolazione. I giovani scelgono di andare verso altre regioni, come indica il più alto saldo migratorio interno, ma non verso altri Paesi. Sempre più in calo le nascite. Lo rivela l’Istat.
La Campania continua a perdere popolazione in percentuale leggermente superiore (- 2,1 per cento nel 2017) rispetto alla media nazionale (- 1,6 per cento). In calo le nascite (-2 per cento) fino al minimo storico, in tutto 464 mila. In più, i campani manifestano una significativa propensione all’emigrazione verso altre regioni, come indica il più alto saldo migratorio interno (-18.500), ma non verso altri Paesi. Lo rivela il rapporto sugli Indicatori demografici (stime per l’anno 2017), realizzato dai ricercatori Marco Marsili e Marco Battaglini dell’Istituto nazionale di statistica e pubblicati ieri sul sito ufficiale dell’ente. Si tratta di uno studio di natura quantitativa, i cui dati rappresentano il punto di partenza per analisi più complesse rivolte a fornire una spiegazione puntuale dei fenomeni e delle tendenze rilevate. In particolare, desta curiosità il dato relativo alla scarsa propensione dei cittadini della regione compresa tra il Garigliano e Sapri a spostarsi fuori dai confini nazionali. «Bisognerebbe approfondire - spiega Marsili motivazioni di ordine culturale, economico, i rapporti familiari, il grado di conoscenza delle lingue straniere. Ma questa riflessione attiene a un altro ambito, non al merito dello studio in questione».
Nello studio è presente anche un dato apparentemente contraddittorio. E riguarda la mortalità. Nel 2017 la stima dei decessi in tutt’Italia si stima in 647 mila, con un aumento di 31 mila (+5,1) rispetto al 2016. Un tasso di mortalità praticamente pari a quello del 2015. Per quanto riguarda la Campania le rilevazioni registrano nella regione il più basso rapporto di decessi (9,6) rispetto agli abitanti, subito dopo il Trentino-Alto Adige. «In realtà - si legge nello studio - si configura come la regione col più alto rischio standardizzato (10 per mille) se è posta a parità di confronto sul piano delle condizioni strutturali della popolazione». A risolvere l’apparente antinomia è ancora una volta Marsili. «La Campania storicamente - spiega il ricercatore - ha una popolazione più giovane rispetto alle altre regioni italiane, in particolare della Liguria dove risiedono molti più anziani. Poiché è chiaro che i decessi riguardano in particolare la popolazione meno giovane, se non si tiene conto di quest’ultima fascia, risulta che il rischio di mortalità in Campania è più alto». E la veridicità di questo assunto è confermato anche da un diverso argomento. «Altri indicatori - continua il ricercatore dell’Istat - evidenziano, non da ora, che l’aspettativa di vita in Campania è più bassa che altrove. Si tratta di un ritardo storico che la Campania continua a portarsi dietro, risultando l’ultimo vagone del treno della sopravvivenza, senza riuscire a fare uno scatto in avanti». In effetti, la maggiore aspettativa di sopravvivenza si concentra nelle regioni del Nord-Est del Paese (81,2 anni per gli uomini, 85,6 per le donne). Le donne più longeve, con 86,3 anni di vita media, sono le trentine mentre per le residenti in Campania è di 83,3 (ultimo posto). Per gli uomini la variazione è più contenuta: 81,6 anni per i trentini, 78,9 per i campani.
-2% Il fino calo a toccare in percentuale le soglie delle del minimo nascite storico, mila in tutto sono state 464
- 18.500 una significativa propensione all’emigrazione verso altre regioni, come indica il più alto saldo migratorio interno
83,3 L’età media delle donne campane, ultimo posto rispetto alle residenti in Trentino che invece con 86,3 di media sono al primo posto