Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Droghe e alcol, un fenomeno di cui nessuno parla più
Si calcola che ogni giorno almeno due giovani si rivolgano all’emergenza ospedaliera per le conseguenze dell’abuso di droghe e alcol. Sono 700 e più in un anno, ragazzi che non accedono ai servizi per le dipendenze e neppure a quelli per la salute mentale (per i danni psichici provocati dall’assunzione di sostanze) perché perlopiù si tratta di adolescenti che giocano a superare i propri limiti, con poca consapevolezza dei rischi, che concepiscono il divertimento solo come una gara a chi arriva prima a situazioni estreme.
Un fenomeno «sommerso» nell’universo delle droghe, profondamente mutato rispetto a vent’anni fa quando a prevalere era l’eroinomane classico: oggi i modelli di consumo sono legati prevalentemente all’abuso di cocaina e alcol, spesso associato alla movida violenta ma che tocca anche le persone più emarginate della società, come gli immigrati, i senza dimora e i detenuti.
E se dai dati ufficiali del Dipartimento Dipendenze della Asl Napoli 1 Centro emerge che sono 5mila le persone dipendenti in città, 7mila in provincia, dobbiamo stimare che ci sia qualche migliaio di ragazzi che ai servizi non si avvicina se non in casi estremi e che però per l’abuso di droghe diventa protagonista di episodi di conflittualità nei luoghi del divertimento. Anche nel parlare di baby-gang e degli eserciti di ragazzi sbandati che usano la violenza come strategia - come evidenziava mercoledì il Corriere del Mezzogiorno, riportando gli ultimi dati allarmanti della Dia – quasi mai si fa riferimento all’uso di droghe. Che tuttavia è da sempre legato a temi quali la sicurezza e il benessere di una comunità anche se nell’agenda politica ed economica del Governo non è più all’ordine del giorno: la programmazione è assente, la legge quadro è vecchia (ha quasi trent’anni) e tratta allo stesso modo un consumatore adulto e di vecchia data e un giovane alle prime esperienze. I
l tema non è presente nel dibattito pre-elettorale e non sembra suscitare alcun interesse neppure nella politica locale. Un disinteresse del tutto ingiustificato, visto che, oltre ai consumi di sostanze, anche i rischi legati alle dipendenze aumentano soprattutto tra i giovani con la comparsa di almeno 600 nuove sostanze psicoattive in Europa negli ultimi anni e 64 solo nel 2017 in Italia.
Perciò Gesco ha deciso di approfondire la questione con un reportage sul portale gratuito Napoli Città Solidale dove si scopre, di contro, che sul fronte dei servizi Napoli è una città all’avanguardia, al passo con Londra, Barcellona, Parigi. Come la capitale francese anche Napoli, unica città in Italia, si è dotata di una consulta della notte per intercettare i giovani nei luoghi del consumo e del divertimento e prevenire i danni, ed è la prima in Campania ad attivare un servizio di strada sulle droghe per le persone senza dimora.
Come pure qui esiste un servizio per i cocainomani che in maniera del tutto anonima li aiuta a recuperare ritmi e stili «normali» di vita. Sono interventi resi possibili da un’integrazione tra il terzo settore e il servizio pubblico, che ci ha visti protagonisti negli ultimi trent’anni: è grazie a questa esperienza, alla conoscenza profonda del territorio, alla flessibilità tipica degli operatori sociali e alla loro capacità di lavorare in maniera paritaria con i colleghi del pubblico, se i servizi di prevenzione e di contrasto all’abuso di droghe qui da noi funzionano meglio che altrove. Un patrimonio da non disperdere, sperando che tutto quel che di buono è stato costruito in questi anni non sia messo in discussione magari proprio da quelle istituzioni che dovrebbero rivendicarne la paternità.