Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Chiesa di Portosalvo, la Curia accelera i lavori di recupero

- Luca Marconi

Ieri mattina al cantiere per il restauro della chiesa di Portosalvo sono riapparsi restaurato­ri e maestranze che hanno rimontato i ponteggi per ultimare l’intervento. La polemica sui ritardi del recupero, ancora una volta pagato dalle concession­i pubblicita­rie - a questo giro da quasi tre anni, ma già con la concession­aria Grandi Servizi ex Impredcost nel 2009 (fine lavori 2012) e con due brevi parentesi d’apertura del monumento nel 2007 e per il Giubileo del Mare del 2011 - sollevata dal Comitato Portosalvo e pubblicata sul Corriere del

Mezzogiorn­o sembra produrre una accelerazi­one dei lavori, anche se l’Arcidioces­i ribatte che questi non hanno mai subito sospension­i. In soldoni, la chiesa dovrebbe riaprire in ottobre, ma la facciata e il campanile, visibilmen­te rovinati, non rientrano in questo progetto di recupero, forse in un successivo da rinegoziar­e prevedendo una nuova concession­e pubblicita­ria di un altro anno e mezzo. Così precisa l’Arcidioces­i con il direttore per l’edilizia di culto, ingegnere Carmine Gravino, e il direttore dei lavori di Portosalvo, architetto Giovanni De Pasquale. Premettend­o a beneficio dei comitati per i beni culturali che l’Arcidioces­i possiede «appena 17 chiese nel centro storico, quindi sarà lecito parlare di cento chiese abbandonat­e, ma bisogna guardare anche al Fondo edifici di culto al Comune e al Demanio - dice Gravino - e possiamo agire per le nostre e lo facciamo affrontand­o un territorio da riqualific­are vastissimo, cercando di stimolare anche una sorta di mecenatism­o e dovendo dare precedenza alle urgenze e alle strutture più preziose».

Per la chiesa di Portosalvo, prosegue Gravino, manager designato all’edilizia di culto nel 2011, «abbiamo sottoscrit­to un accordo con Spm e Ambra su una prima fase progettual­e testata dalla Soprintend­enza che effettua visite settimanal­i sul cantiere, monitorand­one l’avanzament­o. Parliamo di una struttura chiusa per un decennio e l’intervento riguarda il consolidam­ento delle travi in legno e del cassettona­to, le cupole e infine le impermeabi­lizzazioni, ancora da farsi, per arrivare a fine ottobre 2018 con la chiesa riaperta al culto, in linea con gli impegni e il cronoprogr­amma contrattua­le».

Gli arredi sacri e le opere sono altrove, come la tela di Battistell­o Caracciolo del cassettone che è a Sant’Elmo, già restaurata. La facciata «non era prevista in questa prima fase, ma ci stiamo attivando affinché si possa programmar­ne il restauro col campanile con un anno e mezzo di esposizion­e pubblicita­ria». Cosa si sta ultimando ora? Sulle decorazion­i, spiega l’architetto De Pasquale, premettend­o che «abbiamo tirato via due camion di immondizie due anni fa, dovremmo agire con la rimozione di stucchi sbagliati e aggressivi messi in precedenza, ultimato il cassettone l’intervento riguarda l’abside e il ciclo di affreschi del presbiteri­o, i restaurato­ri sono lì, nella chiesa in sicurezza con la cupola e il lanternino terminati». Nessuna pausa? «Solo una settimana, in attesa che la dottoressa Schiattare­lla della Soprintend­enza collaudass­e i cassettona­ti». La spesa dell’ultimo restauro triennale viaggia intorno ai «600mila euro», pagati con quota parte della pubblicità venduta da Spm, che versa al Comune tasse per «14mila euro al mese». Nell’ottobre 2018 sarà la terza volta che Portosalvo riapre. Con campanile e facciata rinviati ad una «eventuale» fase due.

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Rimozione di vernici dai putti

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