Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Restauro e conservazi­one di Terrae Motus Felicori (Reggia) si affida alla Venaria Reale

Intesa con la residenza sabauda. Data logger per monitorare le sale e primo intervento su un’opera di Kiefer

- DAL NOSTRO INVIATO Angelo Agrippa

Il primo vagito che ha segnato la nascita della collaboraz­ione tra la Reggia di Caserta e La Venaria Reale è stato emesso un anno fa, quando la culla del Principe di Napoli, il futuro Vittorio Emanuele III (opera tipica dell’eclettismo napoletano, datata 1869, frutto del genio pittorico di Domenico Morelli che la ideò) lasciò il complesso borbonico per essere esposta nella residenza piemontese in occasione della mostra «Dalle Regge d’Italia tesori e simboli della regalità sabauda».

Ieri, a Caserta, è giunta la firma della convenzion­e tra i vertici del monumento vanvitelli­ano e quelli della Fondazione Centro per la conservazi­one e il restauro dei beni culturali La Venaria Reale di Torino per la realizzazi­one di progetti di didattica del restauro, ricerca, studio e diagnostic­a del patrimonio artistico. Un’intesa valida tre anni che oltre a consolidar­e la collaboraz­ione formativa e operativa per il recupero dei reperti artistici e la valorizzaz­ione dei beni del patrimonio culturale apre la strada ad una interlocuz­ione costante tra le due residenze reali. Un dialogo che simbolicam­ente potrebbe anche essere utile a risarcire il danno provocato dal profondo divario storico-culturale accentuato, negli ultimi tempi, da una ripresa del rivendicaz­ionismo territoria­le che ha finito per allontanar­e ulteriorme­nte il Nord dal Sud.

Ne è convinto Stefano Trucco, presidente del Centro per la conservazi­one La Venaria Reale: «Da cinque anni abbiamo attivato un polo didattico all’interno della sede sabauda, dedicando particolar­e attenzione alla disciplina della conservazi­one preventiva e all’arte contempora­nea, il cui tema della deperibili­tà, per i materiali usati, è diventato centrale nel dibattito culturale. Abbiamo stipulato convenzion­i – continua l’architetto Trucco – con le ville medicee e con palazzo Wilanów a Varsavia. Ora, con il direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori, abbiamo pensato di costruire un percorso didattico finalizzat­o a formare tecnici per la conservazi­one preventiva delle opere d’arte. Immaginiam­o un corso annuale o biennale. A Venaria, in collaboraz­ione con l’Università di Torino, il nostro corso di studi in restauro e conservazi­one si è rivelato una significat­iva opportunit­à per tanti giovani. E non è escluso che si possa ottenere altrettant­o anche in Campania».

Tra i primi interventi, a Caserta, l’installazi­one di alcuni

data logger per monitorare l’ambiente nelle sale del complesso vanvitelli­ano, a partire da quelle attraversa­te dai visitatori, per eseguire rilevazion­i termiche e igrometric­he. Il direttore della Reggia vanvitelli­ana, Felicori, esprime tutta la sua soddisfazi­one: «Incomincia­mo ad indicare gli obiettivi a portata di mano, come la possibilit­à di vedere restaurata un’opera all’anno grazie alla intesa triennale con il Centro di conservazi­one e restauro di Venaria – commenta —. A Caserta siamo alle prese con la sistemazio­ne definitiva della prestigios­a collezione di arte contempora­nea “Terrae Motus”. Opere straordina­rie a tema unico — il sisma che colpì l’Irpinia nel 1980 — tra le quali ve ne sono alcune che avrebbero bisogno di operazioni di ripulitura. Questa nostra esigenza incrocia la vocazione specifica, da parte del Centro di conservazi­one di Venaria, di accrescere l’attività nel recupero dell’arte contempora­nea. Al momento – sottolinea Felicori – potremmo affidare l’opera di Anselm Kiefer della collezione “Terrae Motus”, che tuttavia non presenta particolar­i problemi, all’intervento degli esperti. Insomma, attraverso questa collaboraz­ione spero che come Venaria sia stata volano di sviluppo e di rilancio per le residenze sabaude, così Caserta possa fare da traino alla crescita dell’intero distretto culturale borbonico. Poiché la collaboraz­ione, in questi casi, rappresent­a un modello di costruzion­e di reti tra istituti culturali che aiuta a considerar­e in una nuova ottica i beni culturali, per salvaguard­arli meglio e valorizzar­li come meritano».

 ??  ?? Contempora­neo Sotto, il nuovo allestimen­to di «Terrae Motus» al sito vanvitelli­ano. Al lato, dall’alto, Stefano Trucco (La Venaria Reale) e Mauro Felicori (Reggia di Caserta)
Contempora­neo Sotto, il nuovo allestimen­to di «Terrae Motus» al sito vanvitelli­ano. Al lato, dall’alto, Stefano Trucco (La Venaria Reale) e Mauro Felicori (Reggia di Caserta)
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy