Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un buco di due milioni nella gestione dei fondi pubblici Danni erariali per 29
Il nodo dell’appropriazione dei finanziamenti
In un solo anno in Campania sono state emesse condanne per danni erariali ad oltre 29 milioni di euro e decreti di sequestro che sfiorano i 20 milioni ma, e il caso è emblematico, il peso dei gruppi consiliari sul bilancio della Regione è ancora altissimo se si pensa allo spreco economico generato dalla «mala gestio» dei fondi pubblici elargiti per il loro funzionamento. È di circa due milioni e mezzo di euro il «buco» quantificato dalla Corte dei Conti in relazione proprio alla «gestione di quei soldi da parte dei gruppi del consiglio regionale, usati per le più varie spese. Casi analoghi, poi, si sono iniziati a riscontrare anche a livello comunale, per presunte spese illegittime disposte dai gruppi consiliari di Cava de’ Tirreni». Lo scrive Michael Sciascia, il presidente della Corte dei Conti della Campania anticipando la relazione che terrà venerdì mattina al Castel dell’Ovo nel giorno dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario. Sciascia sottolinea inoltre che «permane il fenomeno di appropriazione di finanziamenti e contributi, compresi quelli provenienti dall’Unione Europea, destinati ad iniziative imprenditoriali e sociali sia alla formazione professionale, che invece continuano
Lo spreco economico generato dalla “mala gestio” dei fondi pubblici
purtroppo a risultare spesso assorbiti da iniziative fittizie ed ottenuti attraverso falsificazioni documentali in un sistema di scarsi controlli e di corruttela». Proprio a giugno sono stati condannati Gerardo Pierro e Giovanni Sullitrone, oltre che la curia arcivescovile di Salerno al pagamento di oltre 2milioni e 500mila euro alla Regione per essersi appropriati di contributi che sarebbero dovuti servire per la ristrutturazione del «Villaggio del fanciullo per bimbi poveri» e che sono stati usati invece per una struttura alberghiera. In un altro caso sono stati scoperti sistemi di fatture «gonfiate» per oltre 4 milioni di euro che servivano ad ottenere contributi per il rilancio della pesca. Una condanna recente è anche avvenuta per Marcello Fiori, ex commissario per l’area archeologica di Pompei, chiamato a risarcire 300mila euro per attività che la Procura contabile ha ritenuto non corrispondete alle deleghe che aveva ricevuto dal ministero. Tutto questo nonostante la Corte dei Conti della Campania abbia subito «una grave emorragia di magistrati, trasferiti ad altre sedi, solo in parte rimpiazzati con enormi difficoltà nella stessa composizione dei collegi giudicanti», ha detto Sciascia. E il lavoro dei magistrati (Marco Catalano, Ferruccio Capalbo, Francesco Vitello, Michele Conforti, Donato Luciano, Filippo Izzo e Saverio Galasso) è davvero «super». Per tutti loro parlano i numeri. Nel 2017 la Corte ha tenuto complessivamente 121 udienze, mentre sono stati pubblicati 636 provvedimenti di cui 459 sentenze. Sono stati definiti 194 giudizi di responsabilità, 672 conteziosi pensionistici, di cui con sentenza 406. Ecco i tempi di definizione: 2 anni per i giudizi di responsabilità e un anno e mezzo per quelli pensionistici. «Sfatiamo così la convinzione che le condanne della Corte rimanessero senza esecuzione», ha concluso il presidente.