Corriere del Mezzogiorno (Campania)

De Lorenzo: la biblioteca con i suoi preziosi libri al posto degli uffici comunali

La presidente: potrebbe essere utilizzato un piano di Castel Nuovo

- di Natascia Festa

«Le roi soleil de l’histoire» (secondo una definizion­e di Jacques Le Goff) ritorna al castello per l’ultimo saluto.

Non saranno le solenni nervature della sala dei Baroni a sovrastare il suo feretro, ma la carta dei tanti volumi della Società di Storia Patria ad accogliere come un bozzolo protettivo l’uomo che per trent’anni di quei libri si è preso cura.

Renata De Lorenzo, storica e allieva del «professore» è la presidente dell’istituzion­e diretta da Giuseppe Galasso dal 1980 al 2010.

Professore­ssa, come avete organizzat­o la cerimonia di stamani?

«Ero a casa di Giuseppe Galasso e sono stati i suoi figli a chiedermi di allestire la camera ardente nella sede di Storia Patria. Ho subito pensato che fosse il luogo giusto perché questa è stata la “casa” dello studioso per oltre trent’anni e fino all’ultimo giorno della sua vita ne è stato il presidente onorario. Il nostro salone non è un luogo accademico, ma aperto alla città e ai napoletani tutti, anche quelli che non si dilettano di storia. È dunque perfetto per accogliere una cerimonia laicissima e semplice».

Come sarà?

«Parleranno i rettori delle due università in cui Galasso ha insegnato, Gaetano Mafredi della Federico II e Lucio

D’Alessandro dell’ateneo Suor Orsola Benincasa. Poi la parola andrà a un rappresent­ante dei borsisti dell’Istituto italiano per gli Studi storici e infine a una giovanissi­ma nipote. Così non solo Napoli ma l’Europa saluterà il suo storico. In maniera sobria e per volontà della famiglia e di noi storici. Io attualment­e occupo la stanza che è stata di Galasso e prima di Pontieri e lo spirito di Croce aleggia da ogni parte. La continuità di un modello etico di lavoro è molto vivido e forte. La Società di Storia Patria è un luogo dei napoletani, delle loro carte».

C’è anche un fondo Galasso.

«Sì, il professore ha donato alla Società una parte della sua ricchissim­a biblioteca. Non conosco ovviamente le sue volontà testamenta­rie, ma sarebbe bello, utile e quasi naturale che la sua immensa raccolta di libri, cui è destinato un intero appartamen­to contiguo alla sua casa di Pozzuoli, potesse essere affidata e custodita nella nostra sede. Certo, con gli spazi attualment­e a nostra disposizio­ne non saremmo in grado di ospitarla, ma una soluzione c’è».

Quale?

«Destinare finalmente anche il secondo piano del Maschio Angioino alla fruizione culturale attraverso la Società di Storia Patria. Si tratta di spazi occupati da uffici comumesso nali, ma io mi chiedo: com’è possibile che in un monumento storico così importante come Castel Nuovo ci siano uffici amministra­tivi che possono benissimo svolgere la loro funzione in appartamen­ti più anonimi? Tutto il Maschio Angioino dovrebbe essere destinato alla cultura e questa potrebbe essere l’occasione per farlo. Ripeto: non conosco le volontà testamenta­rie ma mi porto avanti con la lista dei desideri e dico che la Società di storia è la sede giusta per rendere fruibile quell’immenso patrimonio librario

insieme da Galasso».

In fatto di bibliotech­e eccellenti, Napoli è ancora in difetto. Gerardo Marotta è scomparso senza la consolazio­ne di vedere i suoi libri fuori dagli scatoloni, sopra gli scaffali.

«C’è il rischio che non ci si curi di una biblioteca così importante, i precedenti ci sono. Per questo, al di là di ogni altra disposizio­ne di cui ancora non siamo al corrente, faccio un appello affinché si faccia la scelta giusta, si dia, nel nome di Galasso, la possibilit­à di crescere alla parte migliore della città che la Società di Storia può ospitare. Anche se quella di stamani è un’occasione triste, possiamo trasformar­la in un momento di amore per la cultura. A Galasso sarebbe piaciuto che anche la sua morte fosse l’occasione per avvicinare le persone, i giovani, a un luogo “di storia”. Dove lo studio non è noiosa imposizion­e ma scoperta e meraviglia».

Nella scaletta degli interventi non ce ne sono di istituzion­ali. Eppure Galasso, oltre che uno studioso, è stato un personaggi­o pubblico di grande rilievo. Come mai non li avete previsti?

«Non saprei, non è dipeso da me. Io dirò poche cose come “ospite”. Se ci fossero state richieste o indicazion­i differenti immagino che l’avrei saputo».

Amore per la conoscenza La Società di Storia Patria è stata la “casa” dello studioso per oltre 30 anni e fino all’ultimo giorno della sua vita è stato presidente onorario

La camera ardente Il nostro salone non è un luogo accademico, ma aperto alla città e ai napoletani tutti. Perfetto per accogliere una cerimonia laicissima

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Guida Renata De Lorenzo, allieva di Galasso e presidente della Società di Storia Patria

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