Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Caseggiati in fiamme nei disegni di Carnevale dei bimbi rom di Scampia
La memoria dell’incendio di Cupa Perillo nei minori
Tempo fermo Dall’incendio al campo ben 47 persone restano accampate nell’Auditorium
Case che resistono alle fiamme negli occhi dei bambini di Scampia. La domanda era: disegnate “il bene” e poi “il male”. Il bene sono case più solide invece che baracche, di muratura robusta come villette a due piani, il male le minaccia col fuoco. Quello che in agosto ha bruciato diecine di capanne al campo rom di via Cupa Perillo.
Da allora 47 persone, tra cui 27 bambini, restano accampate nell’Auditorium comunale Fabrizio De André, ma il Municipio a settembre ne ha smesso la presa incarico. Ventissette bambini che frequentano le scuole del quartiere sono senza riscaldamenti da qualche settimana, le famiglie ricevono assistenza dalle associazioni del territorio, come Chi Rom e Chi No, che a rotazione settimanale cucinano per loro e provvedono ai beni di prima necessità.
Il campo rom bruciato, che avrebbe dovuto essere sgomberato perché insalubre o per riaprire l’asse mediano intanto resta abitato da 500-600 persone conteggiate dalle associazioni; della sistemazione provvisoria per 400 alla Caserma Boscariello, dove non è stato allestito alcun campo, non se ne parla più. E nemmeno dei contribuiti ai danneggiati dall’incendio decretati dal Comune, «la commissione per gli aiuti economici non si è mai riunita», dice la presidente di Chi Rom e Chi
No, Barbara Pierro. All’Auditorium intanto è nata una bimba. Ed è in occasione dell’annuale Carnevale del Gridas che spuntano i disegni delle case in fiamme. Durante i laboratori della scorsa settimana dell’associazione Chi Rom
e Chi No presso Chikù a viale della Resistenza. Racconta Pierro, «quest’anno il tema del Carnevale era “Mezzogiorno di fuochi, chi appiccia chi scioscia e chi stuta”, il titolo fa riferimento a tutti i terribili incendi che hanno lasciato danni ingenti questa estate, distruggendo case nel nostro quartiere il 27 agosto e buona parte del Vesuvio, ma anche a chi in un modo o nell’altro cavalca il fuoco razzista nel noesorcizzati. stro paese. Ogni anno il Carnevale ha una duplice funzione, quello di rappresentare brutture e positività o il bello o la valorizzazione di ciò che rende speranza e, alla fine, finendo nello stesso fuoco i simboli negativi vengono Lavoriamo con circa 50 bambini per laboratorio, rom e napoletani insieme e quest’anno la rappresentazione allegorica era la Carovana dei Miracoli, il simbolo del male è stato un Mangiafuoco-manipolatore, contrapposto a quello positivo di una donna, Madre Terra, la Natura alla fine vincente. Abbiamo chiesto ai bimbi di rappresentare le loro cose belle e brutte in questi disegni che hanno accompagnato il Carro dei Miracoli, i bimbi hanno disegnato queste case e il fuoco stesso». Ci volete raccontare le vostre cose belle? Poter avere una casa, hanno risposto i bambini. La commissione per la valutazione delle domande per il contributo alle famiglie che le hanno perse nell’incendi «pare che non si sia ancora riunita» dice Pierro, «pare che tra gli abitanti vi sia qualche famiglia senza requisiti ma questo non doveva essere un bando, il requisito è l’aver perso tutto. Fatto sta che di ufficiale le famiglie non hanno ricevuto alcuna comunicazione nonostante Chi Rom e il
Comitato Abitare abbiano provato a contattare l’assessorato, in più dal sabato prima di Carnevale stanno senza riscaldamenti, dall’11 novembre è stato sospeso il servizio di presa in carico del Comune e gli facciamo da mangiare da
Chikù. Con gli adulti a breve si riunirà il Comitato Abitare per fare il punto anche su Cupa Perillo, per cercare di capire cosa ne sarà mai, nessuna notizia dalla sospensione dello sgombero».