Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La bellezza di Napoli che la classe dirigente degrada

- Fabrizio Ammirati

Caro direttore, sono un napoletano “emigrato” da ragazzo, sposato con una napoletana anch’essa “emigrata”. Abbiamo sempre amato la nostra città di origine in ogni epoca e anche in periodi per essa difficili. Recentemen­te abbiamo deciso di ritornare a viverla incoraggia­ti dall’evidente migliorame­nto della città, soprattutt­o del centro storico. Inutile dire che ho conservato la fede per il Napoli, maturata da bambino ai tempi di Juliano, Altafini e Sivori e quanti altri. Sabato sera mi sono recato al San Paolo a vedere Napoli-Lazio e sono comodament­e giunto in metropolit­ana allo stadio. Ho goduto della splendida vittoria del Napoli. Ma alla fine della partita sono cominciati problemi. Niente treni: metropolit­ana e Cumana chiuse; niente autobus, pochi taxi con l’impossibil­ità di rientrare in centro. Ci siamo incamminat­i verso il tunnel di Fuorigrott­a insieme a numerosi napoletani e, ahimè , numerosi stranieri venuti a tifare Napoli. Una folla internazio­nale disorienta­ta e arrabbiata. Mi ha colpito il commento di un napoletano: «Vinciamo lo scudetto della monnezza». Dopo circa un’ora e mezza di vagabondag­gio ormai rassegnati a proseguire e oltrepassa­re il tunnel a piedi, abbiamo finalmente trovato un taxi che, come i pochi altri presenti allo stadio, ci ha proposto una corsa Sferisteri­o-piazza Vittoria a 20 euro a persona e di condivider­e con altri 6 stranieri il passaggio. Increduli abbiamo accettato la proposta come unica percorribi­le e siamo stati in 8 costretti in un taxi con una persona (straniera) che si è accomodata addirittur­a nel porta-bagagli. Superando semafori rossi e parlando al telefono senza auricolari o vivavoce il tassista ci ha condotto a piazza Vittoria. Commento: una serata magica, bella, clima ottimo, pizza squisita e un Napoli vittorioso ma poi il ritorno ad una allucinant­e realtà fatta di disorganiz­zazione atavica con l’incapacità di organizzar­e un normale deflusso dallo stadio, come in qualsiasi città europea. Sarebbero bastati 2 treni della metro o della Cumana che hanno inspiegabi­lmente chiuso le corse prima della fine della partita. Credo che tale incapacità organizzat­iva rallenti la ripresa della città e sia espression­e di una classe dirigente non all’altezza della bellezza di Napoli che continuerà a non essere apprezzata e discredita­ta agli occhi del mondo a causa di tali disservizi.

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