Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Debiti pregressi Occorre una legge speciale»

Inaugurato l’anno giudiziari­o della Corte dei Conti. «Gestione dei beni infruttuos­a»

- di Fabio Postiglion­e

A Napoli non bastano gli sforzi di magistrati e forze dell’ordine. Così come non sono sufficient­i le buone pratiche nella gestione dei fondi pubblici. Ci sono troppi debiti accumulati da questa e dalle passate amministra­zioni, «troppa disaffezio­ne alla res pubblica», e così l’unica soluzione possibile per salvare tutto e tutti, capre e cavoli, è una legge speciale per Napoli che «non ha la possibilit­à, neanche con la migliore gestione possibile, di uscire da tutto il debito pregresso».

È questo ciò che auspica Michael Sciascia, il presidente della Corte dei Conti della Campania che ieri ha inaugurato l’anno giudiziari­o davanti alle più alte cariche civili e politiche della regione. E in prima fila c’era anche il sindaco Luigi De Magistris che ha incassato la stilettata sulla «mala gestio» dell’intero patrimonio immobiliar­e del comune. «L’inefficien­za e la disorganiz­zazione della gestione dei beni pubblici è infruttuos­a e dannosa, questo rappresent­a anche un sintomo di scarsa affezione agli interessi dell’amministra­zione. Come tutta la gestione di immobili per uso non abitativo ad associazio­ni o a prezzi irrisori o da persone che non hanno titolo per restarvi». Il presidente della Corte si sofferma anche sullo «stato di salute» dei servizi offerti dalla Regione, che aveva già definito «sconsolant­e». «La ripetitivi­tà nel tempo di illeciti non è vista come singolo comportame­nto, ma come un sistema, aggravato da corruttela, malaffare e spreco diffuso. I soldi pubblici sono come un bottino disponibil­e che può dare soddisfazi­one ad istinti predatori».

Parole dure anche sul tema della corruzione «dilagante», soprattutt­o in ambito giudiziari­o: «Un cancro che va sradicato senza indugio e senza sconti». Il rispetto del denaro dei cittadini, soprattutt­o in un momento di stato di crisi come quello che viviamo, «impone agli amministra­tori comportame­nti che tendono all’estremo rigore e alla correttezz­a». Gli fa eco il procurator­e regionale Michele Oricchio che presenta alla platea i magistrati che ogni giorno si impegnano per dare risposte concrete ai cittadini. «La gestione del patrimonio pubblico in Campania, e non parlo solo di immobili, ma anche delle ricchezze naturali, è operata in cattivo modo, tale da non rendere giustizia ai cittadini», ha detto Oricchio. «Ci siamo dovuti interessar­e alla gestione di beni di straordina­rio prestigio che sono, per esempio, concessi a prezzi irrisori e ciò non avviene solo a Napoli ma dappertutt­o - ha spiegato - Ci siamo occupati anche del demanio marittimo perché abbiamo trovato intere fasce di litorale costiero occupate abusivamen­te o concesse senza il pagamento di quanto dovuto».

«Nel campo degli sprechi deve riaffermar­si che il patrocinio a spese dello Stato, se costituisc­e un costo per la collettivi­tà da controllar­e con rigore, rappresent­a l’unica efficace risposta alla domanda di giustizia dei meno abbienti e, dunque, un investimen­to nel diritto di difesa, da garantire a tutti, indipenden­temente dalle cifre dei bilanci pubblici», ha concluso l’avvocato Maurizio Bianco, presidente dell’ordine degli avvocati di Napoli.

Il presidente Sciascia Questa città, nemmeno con la migliore gestione possibile, potrebbe mai uscire da tutto il debito accumulato negli anni

Il procurator­e Oricchio La gestione del patrimonio pubblico in Campania, e non parlo solo di immobili, ma anche delle ricchezze naturali, è operata in cattivo modo

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L’evento Un momento della celebrazio­ne di ieri mattina in apertura di anno giudiziari­o della Corte dei Conti (foto in alto) e, qui accanto, il sindaco Luigi de Magistris e il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe

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