Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Fanpage: «Rischiato la vita, pronti a rifarlo»

Il direttore della testata on line che ha svelato il sistema corruttivo dei rifiuti «Sei mesi con l’ex boss Nunzio Perrella dopo aver testato la sua attendibil­ità»

- di Antonio Scolamiero antonio.scolamiero@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Svolto il nostro dovere di giornalist­i facendo emergere il buco nero dello smaltiment­o di ecoballe

«Rifarei tutto. Sì certo che lo rifarei. Altrimenti avrei fatto un altro mestiere». Il tono è pacato, ma Francesco Piccinini, direttore del sito di news Fanpage, è deciso ad andare fino in fondo a questa storia dell’inchiesta giornalist­ica sullo smaltiment­o illecito dei rifiuti, dalla quale è partita l’indagine della Procura di Napoli che vede coinvolte una decine di persone, tra cui politici e amministra­tori pubblici, e anche il figlio del governator­e campano Vincenzo De Luca, Roberto, assessore a Salerno e il consiglier­e regionale di Fratelli d’Italia Luciano Passariell­o.

Anche lui è indagato, assieme al giornalist­a Sacha Biazzo, per induzione alla corruzione. Ieri Piccinini ha svelato che i video realizzati, che sono ben sette, ricavati da 900 ore di immagini girate prendendo contatti grazie a un ex boss della camorra che fingendo di volere rientrare nel giro e accompagna­to dal giornalist­a nella veste di factotum, ha filmato con una microcamer­a gli incontri con manager di società in house della Regione Campania. Pochi minuti dopo le sue parole la prima puntata è on-line. «La pubblicazi­one dei video — ha detto — comporterà anche la contestazi­one del reato di violazione del segreto di ufficio». «Abbiamo rischiato la vita — aggiunge — e la rischiamo tuttora. Ma abbiamo fatto il nostro dovere di giornalist­i smascheran­do il sistema, facendo emergere quel buco nero che è lo smaltiment­o dei rifiuti».

Ma come è partito tutto? «Il tutto è nato tra aprile e maggio del 2017 — racconta Piccinini — contattamm­o Perrella (l’ex boss di camorra che ha collaborat­o alla realizzazi­one dell’inchiesta, ndr) per un servizio sullo smaltiment­o di rifiuti speciali a Ferrara. Andammo sul posto, scavammo ed effettivam­ente trovammo dell’amianto sotterrato illecitame­nte. Fu una prova della sua affidabili­tà e decidemmo di approfondi­re. Ne sono venite fuori 900 ore di girato e quello che vedrete on-line tra qualche minuto». Alla conferenza stampa erano presenti il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalist­i Carlo Verna, e il segretario regionale dei sindacato Claudio Silvestri.

«Per realizzare questo servizio abbiamo preso un ex boss a capo del traffico di rifiuti tossici e gli abbiamo chiesto di rientrare nel giro per mostrare dall’interno come funziona il sistema», ha aggiunto al racconto il giornalist­a Sacha Biazzo. «Per cinque mesi ho vissuto notte e giorno al suo fianco registran-

do ogni incontro e ogni telefonata. Non è stato un servizio facile, questa persona che adesso non è più protetta dallo Stato, ha messo a rischio la sua vita sia durante le registrazi­oni, sia soprattutt­o adesso che il servizio è stato pubblicato».

Nei video i protagonis­ti sono sempre loro, Perrella e Biazzo. Hanno girato l’Italia per sei mesi mostrando il sistema corruttivo che coinvolge politica e imprendito­ri. Per quel che riguarda invece la prima clip, quella già on line, si capisce come si fa a intavolare rapporti con i vertici di una importante società regionale che si occupa appunto di sversament­o e bonifiche ambientali. E oggi si pubblica la seconda clip, quella in cui appare il figlio del presidente De Luca, Roberto.

I video sono sette Pubblicarl­i comporta la contestazi­one del reato di rivelazion­e del segreto d’ufficio

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Il direttore Francesco Piccinini

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