Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fanpage: «Rischiato la vita, pronti a rifarlo»
Il direttore della testata on line che ha svelato il sistema corruttivo dei rifiuti «Sei mesi con l’ex boss Nunzio Perrella dopo aver testato la sua attendibilità»
Svolto il nostro dovere di giornalisti facendo emergere il buco nero dello smaltimento di ecoballe
«Rifarei tutto. Sì certo che lo rifarei. Altrimenti avrei fatto un altro mestiere». Il tono è pacato, ma Francesco Piccinini, direttore del sito di news Fanpage, è deciso ad andare fino in fondo a questa storia dell’inchiesta giornalistica sullo smaltimento illecito dei rifiuti, dalla quale è partita l’indagine della Procura di Napoli che vede coinvolte una decine di persone, tra cui politici e amministratori pubblici, e anche il figlio del governatore campano Vincenzo De Luca, Roberto, assessore a Salerno e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Luciano Passariello.
Anche lui è indagato, assieme al giornalista Sacha Biazzo, per induzione alla corruzione. Ieri Piccinini ha svelato che i video realizzati, che sono ben sette, ricavati da 900 ore di immagini girate prendendo contatti grazie a un ex boss della camorra che fingendo di volere rientrare nel giro e accompagnato dal giornalista nella veste di factotum, ha filmato con una microcamera gli incontri con manager di società in house della Regione Campania. Pochi minuti dopo le sue parole la prima puntata è on-line. «La pubblicazione dei video — ha detto — comporterà anche la contestazione del reato di violazione del segreto di ufficio». «Abbiamo rischiato la vita — aggiunge — e la rischiamo tuttora. Ma abbiamo fatto il nostro dovere di giornalisti smascherando il sistema, facendo emergere quel buco nero che è lo smaltimento dei rifiuti».
Ma come è partito tutto? «Il tutto è nato tra aprile e maggio del 2017 — racconta Piccinini — contattammo Perrella (l’ex boss di camorra che ha collaborato alla realizzazione dell’inchiesta, ndr) per un servizio sullo smaltimento di rifiuti speciali a Ferrara. Andammo sul posto, scavammo ed effettivamente trovammo dell’amianto sotterrato illecitamente. Fu una prova della sua affidabilità e decidemmo di approfondire. Ne sono venite fuori 900 ore di girato e quello che vedrete on-line tra qualche minuto». Alla conferenza stampa erano presenti il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna, e il segretario regionale dei sindacato Claudio Silvestri.
«Per realizzare questo servizio abbiamo preso un ex boss a capo del traffico di rifiuti tossici e gli abbiamo chiesto di rientrare nel giro per mostrare dall’interno come funziona il sistema», ha aggiunto al racconto il giornalista Sacha Biazzo. «Per cinque mesi ho vissuto notte e giorno al suo fianco registran-
do ogni incontro e ogni telefonata. Non è stato un servizio facile, questa persona che adesso non è più protetta dallo Stato, ha messo a rischio la sua vita sia durante le registrazioni, sia soprattutto adesso che il servizio è stato pubblicato».
Nei video i protagonisti sono sempre loro, Perrella e Biazzo. Hanno girato l’Italia per sei mesi mostrando il sistema corruttivo che coinvolge politica e imprenditori. Per quel che riguarda invece la prima clip, quella già on line, si capisce come si fa a intavolare rapporti con i vertici di una importante società regionale che si occupa appunto di sversamento e bonifiche ambientali. E oggi si pubblica la seconda clip, quella in cui appare il figlio del presidente De Luca, Roberto.
I video sono sette Pubblicarli comporta la contestazione del reato di rivelazione del segreto d’ufficio