Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Donna perde il posto letto dopo l’intervento al femore La ricoverano sulla barella

Ospedale San Paolo, aveva pagato 5.500 euro per essere operata

- Raffaele Nespoli

Può capitare a Napoli che una vecchina di 84 anni col femore fratturato resti in un letto d’ospedale in attesa di un intervento che sembra non arrivare mai. La storia assume i contorni di una beffa se la famiglia dell’anziana signora decide di pagare di tasca propria per un intervento di intramoeni­a trovandosi, dopo l’operazione, senza più il letto. Sostituito da una barella «appoggiata» in una stanza di day surgery. Tutto questo è successo all’ospedale San Paolo di Fuorigrott­a, dove Fortuna De Vita è stata ricoverata a partire da sabato 10 ottobre per una frattura di femore.

E la figlia Rosalba a raccontare che, arrivata in pronto soccorso la situazione è sembrata da subito controvers­a. «Un po’ alla volta – dice la donna – ci hanno fatto capire che l’intervento non sarebbe arrivato nelle 48 ore previste dalle linee guida ministeria­li». La prima notte in ospedale della signora è andata via così, tra mille dubbi e preoccupaz­ioni. «Mia madre – dice la figlia – è stata su una barella in sala gessi. Solo il giorno seguente, grazie all’intervento di alcuni infermieri del reparto di ortopedia, si è trovato un posto letto in neurologia. In quel reparto ha poi trascorso altre due notti». A poco a poco la situazione è andata in stallo. «Abbiamo scelto di pagare per un intervento in intramoeni­a». Dopo il bonifico di 5.500 euro la lista d’attesa si è dissolta. Del resto la legge prevede attese diverse per chi se lo può permettere. Ma nessuno ha mai detto alla famiglia che la loro congiunta, una volta uscita dalla sala operatoria, non avrebbe più avuto un posto letto. Così Fortuna, che faticosame­nte si era conquistat­a una postazione, è tornata in barella. «L’intervento è già stato per me un grosso trauma – commenta – speravo almeno di risvegliar­mi in un letto. Mi hanno detto che quello che occupavo in neurologia non era appropriat­o, serviva libero in caso di un’emergenza, ad esempio un paziente colpito da ictus». Felice di poter portare presto a casa sua madre, Rosalba D’Anna si chiede però come sia possibile finire su una barella dopo aver pagato più di 5.000 euro per l’intervento. La risposta arriva da direttore sanitario del San Paolo, Vito Rago, che sui tempi d’attesa rispedisce le accuse al mittente: «In media – spiega – riusciamo ad operare queste fratture negli over 65 in 48 ore. Quanto al posto, siamo sovraccari­chi di pazienti. Chi ha assegnato alla signora un letto in neurologia ha sbagliato. In buona fede, ma ha sbagliato. Dopo l’intervento è stato deciso di tenerla in ortopedia perché solo in quel reparto poteva avere tutta la necessaria assistenza». Spiegazion­i che non convincono i familiari di Fortuna, del tutto insoddisfa­tti per la sistemazio­ne trovata alla madre. «Lasciata così – ribadiscon­o - in un ambiente che sembra più un deposito che una stanza d’ospedale? Sono felice di riportare mia madre a casa e spero che lei possa dimenticar­e presto questa brutta esperienza».

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Anziana La paziente, una 84enne di Napoli, assistita dalla figlia in una stanza di day surgery appoggiata sulla barella

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