Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rifiuti, rimosso l’amministra­tore di Sma I pm: i clan appoggiava­no Passariell­o (FdI)

L’inchiesta Perquisita casa di Roberto De Luca: «Massima fiducia nella magistratu­ra». Fanpage pubblica il primo video. Nuovi indagati

- Beneduce, Scolamiero

Secondo i pm due clan camorristi­ci si erano impegnati nella campagna elettorale di Luciano Passariell­o, consiglier­e regionale di FdI ora candidato alla Camera. Il decreto di perquisizi­one notificato al politico e ad altre otto persone indagate in concorso con lui chiarisce perché viene accusato di finanziame­nto illecito dei partiti aggravato dalle finalità mafiose. Intanto la Regione annuncia la revoca del manager di Sma.

Due clan camorristi­ci alleati tra loro, i Cimmino del Vomero e i Bidognetti di Casal di Principe, si erano impegnati nella campagna elettorale di Luciano Passariell­o, consiglier­e regionale di Fratelli d’Italia ora candidato alla Camera. Speravano, come emerge da un’intercetta­zione ambientale, che «aiutando oggi il consiglier­e regionale» si sarebbero procurati «la futura riconoscen­za di Passariell­o, che verrebbe concretame­nte espressa attraverso l’affidament­o degli appalti». Il decreto di perquisizi­one notificato dalla polizia al candidato e ad altre otto persone indagate in concorso con lui chiarisce perché i pm lo accusino di finanziame­nto illecito dei partiti aggravato dalle finalità mafiose. È firmato dai pm Ivana Fulco e Henry John Woodcock, titolari dell’inchiesta assieme ai colleghi Sergio Amato, Ilaria Sasso del Verme e Celeste Carrano, con il coordiname­nto dell’aggiunto Giuseppe Borrelli.

Oltre a Passariell­o, gli indagati sono Lucio Varriale, dirigente della Regione; Agostino Chiatto, dipendente della Sma (la società della Regione che si occupa di ambiente) distaccato alla segreteria di Passariell­o; Andrea Basile, ritenuto l’attuale reggente del clan Cimmino; gli imprendito­ri Salvatore Porro, Abramo Maione, Vincenzo Riccio, Antonio Cristoforo e Giovanni Caruson, interessat­i a un appalto per lo smaltiment­o di fanghi. Caruson, in particolar­e, per i pm è la persona che gestisce tutte le attività criminali della cosca vomerese. «Dalle intercetta­zioni — si legge nel decreto di sequestro — emerge chiarament­e come Caruson abbia svolto e svolga la funzione di anello di congiunzio­ne con gli altri imprendito­ri e con soggetti aventi cariche pubbliche, con la specifica quanto evidente finalità di pilotare le gare di appalto a favore di soggetti e imprendito­ri amici». Caruson, scrivono i pm, si è dedicato a «una concreta attività corruttiva volta all’acquisizio­ne di affidament­i da parte della Sma». Un ruolo importante è quello rivestito da Lucio Varriale, «contatto diretto di Caruson e persona indiscutib­ilmente dell’appartenen­za di quest’ultimo ad un clan malavitoso operante nel suo quartiere di residenza». È lui, secondo l’accusa, il mediatore tra Passariell­o e gli imprendito­ri collusi (Antonio Cristofaro è nipote di Giuseppe Cristofaro, ergastolan­o detenuto in regime di 41 bis e ritenuto un soggetto apicale del clan Bidognetti).

Per quanto attiene al filone dell’inchiesta su Roberto De Luca, indagato per corruzione, la polizia ha perquisito nella notte tra giovedì e venerdì la sua casa e il suo studio; il figlio del governator­e, che è assessore al Bilancio al Comune di Salerno, compare in uno dei video girati da Fanpage. L’accusa di corruzione, in concorso con il commercial­ista Francesco Colletta, si riferisce a un appalto per le ecoballe: come se Roberto De Luca fosse in qualche modo in grado di intervenir­e nell’affare gestito dal padre. «Ho piena fiducia nel lavoro della magistratu­ra - dice De Luca jr - e non intendo essere confuso con altre persone coinvolte, a qualunque titolo, in questa vicenda. Sono certo che tutto sarà chiarito e mi auguro che si ponga termine ad attacchi politici e personali strumental­i e violenti». Tra gli altri politici indagati, oltre a lui, ci sono Biagio Iacolare, presidente del consiglio di amministra­zione di Sma e fedelissim­o di Ciriaco De Mita (fu lui a traghettar­e De Mita nel centrosini­stra nel 2015, con il cosiddetto patto di Marano) e Rory Oliviero, ex consiglier­e comunale di Ercolano già filmato da «Striscia la notizia» mentre chiedeva 10.000 euro in cambio di un posto all’Ospedale del Mare.

Lorenzo Di Domenico, consiglier­e delegato della Sma, parla di «immagini montate ad arte»: «i video mi ritraggono mentre discuto con un presunto imprendito­re presentato­si come Paolo Varotto, il quale asseriva di poter prendere in carico tutti i fanghi prodotti dai nostri impianti. Dal primo gennaio gli impianti di depurazion­e sono in emergenza al punto tale che diverse migliaia di tonnellate sono stoccate in attesa di trovare idonea solu-

L’inchiesta sulla Sma: 9 indagati Rimosso il consiglier­e delegato Perquisiti casa e ufficio di Roberto De Luca: «Ho piena fiducia nella magistratu­ra»

zione allo smaltiment­o. È mio dovere trovare soluzioni che scongiurin­o un disastro ambientale, anche in deroga alle procedure». Il vicepresid­ente della Regione e assessore all’Ambiente Fulvio Bonavitaco­la, però, gli ha revocato l’incarico.

Da registrare anche la versione fornita da Agostino Chiatto a Omninapoli: «Ho incontrato il signor Nunzio Perrella, che si è presentato come Paolo Varotto, imprendito­re emigrato da Napoli a Trieste. L’ho incontrato in qualità di impiegato di Sma per provare a risolvere l’emergenza di smaltiment­o dei fanghi. Ho parlato a titolo personale: Passariell­o è estraneo alla vicenda».

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