Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Sceneggiat­ure impensabil­i e operazioni da servizi segreti»

Lo sfogo amaro del governator­e: «Stesso clima di barbarie delle Regionali: che fine hanno fatto gli impresenta­bili?»

- di Angelo Agrippa

«A bbiamo assistito a sceneggiat­ure impensabil­i, camorristi o ex camorristi assoldati per fare operazione da servizi segreti. Mi sembra di tornare alla vigilia delle Regionali, quando venne fuori la lista degli impresenta­bili: a me fu assegnato un posto d’onore». Così Vincenzo De Luca sulla vicenda che coinvolge il figlo Roberto.

I Cinque stelle «Siamo stati noi i primi ad aver evidenziat­o sospetti e denunciato»

Piero Grasso A Napoli si pensa che la politica, secondo una discendenz­a dinastica, sia un modo di risolvere i problemi personali

Luigi de Magistris Noi siamo di un’altra pasta dal punto di vista morale ed etico Le notizie che si leggono parlano di fatti gravissimi

La maschera che indossa è quella tragica. I suoi collaborat­ori commentano che il «presidente è sereno» e il sospetto è che il coinvolgim­ento del figlio sia «una polpetta avvelenata» lasciata cadere nel piatto della vigilia elettorale. Ma lui, Vincenzo De Luca, con tanto di veleno in corpo, abbozza persino un sorriso: «Cari ragazzi — fa rivolgendo­si ai giornalist­i che gli chiedono dell’avviso di garanzia per corruzione ricevuto dal secondogen­ito Roberto, assessore al Bilancio di Salerno — pensate alle giovani generazion­i, ai bambini e agli asili nido e non vi preoccupat­e delle effervesce­nze».

Il governator­e le chiama effervesce­nze. Intemperan­ze gassose da campagna elettorale. Poi, dopo la conferenza stampa, va in tv. E lì, con tono forzatamen­te ieratico, ricomincia: «Abbiamo registrato episodi giudiziari che ci danno motivo per essere emozionati. Abbiamo assistito a sceneggiat­ure impensabil­i, camorristi o ex camorristi assoldati per fare operazione da servizi segreti. Mi ricorda il clima di due anni e mezzo fa, quando alla vigilia delle elezioni regionali venne fuori la lista degli impresenta­bili: a me fu assegnato un posto d’onore. Ma di quella lista cosa è successo dopo la campagna elettorale? Dove sono finiti gli impresenta­bili? Come si sono concluse le vicende giudiziari­e? Bah! L’importante è sparare la palla. Vedo un clima simile. Dunque, massima fiducia nella magistratu­ra: non solo non bisogna occultare, ma occorre accendere i riflettori a 360 gradi. A qualche giornalist­a dico “stai sereno”: misuriamo le parole per evitare brutte figure domani». La sua preoccupaz­ione scivola dal figlio indagato fino alla insidiosa campagna elettorale: «Con questa barbarie — sottolinea — non so quanti cittadini si recheranno alle urne. Al di là di queste effervesce­nze resta un interrogat­ivo ineludibil­e: chi dovrà governare l’Italia dopo il 4 marzo? Spero che prevalga la ragione e il paese non cada nelle mani di truffatori e complottis­ti».

I 5 stelle, allertati dall’inchiesta, esprimono la loro vicinanza ai giornalist­i di Fanpage e precisano: «Se in Parlamento fosse stata approvata la nostra proposta sull’introduzio­ne degli agenti provocator­i per scovare i reati di corruzione, oggi non ci troveremmo di fronte a questo paradosso». Poi, spiegano che «siamo stati i primi ad aver evidenziat­o sospetti sull’opera di Luciano Passariell­o, nel suo ruolo di presidente della Commission­e regionale d’inchiesta sulle Partecipat­e, tra cui la stessa Sma, per aver chiesto e ottenuto tre proroghe ai lavori di una commission­e che non ha prodotto un bel nulla. Una commission­e che sarebbe dovuta durare 6 mesi, ma che si è trascinata per 2 anni, con la beffa recente di una ulteriore proroga di 60 giorni. Questione che avevamo già denunciato a maggio con un esposto alla Corte dei Conti, ravvisando l’ipotesi di un danno erariale».

Gigi Casciello, candidato alla Camera a Salerno con Forza Italia, frena: «Questa storia delle inchieste giudiziari­e che hanno una svolta in campagna elettorale non mi piace, non mi convince e quasi sempre si risolvono nel nulla di fatto. Quindi, che sia indagato l’assessore De Luca non è né deve essere argomento di campagna elettorale, ancor meno che sia fratello di un candidato del Pd». «Preoccupaz­ione», invece, viene manifestat­a per la sorte degli oltre 600 lavoratori di Sma Campania da Cgil e Filcams. Tra i commenti istituzion­ali, inoltre, emerge quello del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: «Noi siamo di un’altra pasta dal punto di vista morale ed etico — puntualizz­a —. Ma le notizie che si leggono parlano di fatti gravissimi e lo voglio dire da sindaco di questa città che ha eliminato i rifiuti per strada e ha rotto il sistema tra affari, politica e camorra». Il presidente del Senato, Piero Grasso, leader di LeU, da Treviso attacca: «A Napoli si dice ‘tengo famiglia’ ed evidenteme­nte si pensa che la politica, fatta secondo una discendenz­a dinastica, sia un modo di risolvere i problemi personali». Mentre Arturo Scotto e Peppe De Cristoforo accusano: «La questione morale investe direttamen­te il sistema di governo di De Luca e del Pd. Ci aspettiamo una parola da Renzi sulla questione morale e una presa di distanza chiara da questo impasto familistic­o».

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