Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Da hostess a top manager: così a 23 anni sono diventata il capo del gruppo Alilauro

Papà Salvatore lascia. A lei il timone dell’azienda di famiglia

- di Salvatore Avitabile

Avolte i sogni si avverano davvero. E si avverano soprattutt­o quando si crede fino in fondo di potercela fare. Maria Celeste Lauro oggi ha 23 anni. È moglie e madre di una bambina di un anno. Sognava un giorno di prendere in mano le redini del gruppo Alilauro, la flotta navale fondata dal nonno Agostino e gestita fino a qualche giorno fa dal padre, l’ex senatore di Forza Italia Salvatore Lauro. Maria Celeste è la terza generazion­e della famiglia di armatori napoletani. Quel giorno finalmente è arrivato: Maria Celeste Lauro è il nuovo amministra­tore delegato del gruppo, una holding del mare che ha una flotta di cinquanta unità veloci divisi in monocarena e catamarani (Dsc e Hsc), molte delle quali di ultima generazion­e, 400 dipendenti ed un fatturato di 17 milioni di euro.

A Maria Celeste l’ex senatore ha ceduto la gestione di un’impresa che oggi è una delle aziende più importanti del trasporto marittimo italiano. «La fiducia accordatam­i costituisc­e per me anche una grande responsabi­lità, che accolgo volentieri, e sarà mio impegno guidare la nostra azienda verso il futuro, onorando i valori vissuti da mio nonno e da mio padre. In particolar­e il rispetto e la responsabi­lità nei confronti di tutti i nostri collaborat­ori e le loro famiglie nonché una crescita sostenibil­e in un settore particolar­mente sensibile, come lo è quello dei trasporti marittimi», ha affermato Maria Celeste subito dopo la decisione presa dall’assemblea dei soci e dal Consiglio di amministra­zione del gruppo.

La storia di Maria Celeste Lauro è una favola tutta da raccontare. Perché lei è nata e cresciuta con la passione del mare, all’ombra dei racconti di nonno Agostino (che fondò il gruppo Alilauro nel 1944) e di papà Salvatore che negli anni ‘80 prese la gestione dell’holding avviando un forte processo di innovazion­e e di ampliament­o dell’offerta. A 14 anni le piaceva stare seduta su una bitta, come faceva il nonno Agostino, a guardare gli imbarchi e gli sbarchi. Tenacia e passione: oggi Maria Celeste è sulla poltrona più importante del gruppo ma nella flotta di famiglia ha cominciato dal basso, trasportan­do i bagagli e facendo la hostess. Non solo. Qualche anno fa in un’intervista raccon- tò: «Ho anche pulito a terra quando la gente sporcava, ho imparato a compiere le manovre di ormeggio e disormergg­io». Mai ha pensato di cambiare idea anche se quello marittimo è sempre stato visto come «un lavoro da uomini».

Laureata in Scienze Economiche nell’Università «La Sapienza» di Roma, ha perfeziona­to il proprio percorso formativo partecipan­do ad un master presso i Lloyd di Londra. Poi è tornata a casa (vive a Roma) per diventare manager del gruppo. Ha prima riorganizz­ato il «customer service», poi ha rivisitato il marketing aziendale e negli ultimi due anni è stata alla guida dei Cantieri Navali Marintecni­ca. Una manager che, però, non ha sacrificat­o la sua vita privata. È sposata con Paolo Aiello, un ufficiale della Guardia di Finanza (ha guidato la stazione di Ischia), palermitan­o, e una figlia di appena un anno, Maria Sole. E non ha mai trascurato i suo hobby: design e pittura.

Vedere la figlia al timone del gruppo era il sogno di papà Salvatore. Che racconta: «I passaggi generazion­ali sono sempre un momento cruciale e delicato per il proseguime­nto e lo sviluppo delle aziende familiari. Ho visto tante imprese non farcela proprio nel momento del passaggio generazion­ale non adeguatame­nte preparato e pilotato da una parzializz­azione delle competenze e suddivisio­ne delle responsabi­lità su più eredi. Io credo che competenze e attività vadano chiarament­e definite e possibilme­nte concentrat­e su pochi eredi, di cui uno deve avere la responsabi­lità globale. Si tratta di una decisione su basi oggettive, tenendo presente il bene e lo sviluppo ottimale dell’azienda». Poi sulla figlia: «Con soddisfazi­one ho accolto ormai otto anni fa la decisione di Maria Celeste di volersi dedicare all’attività di famiglia; in questi anni ho potuto constatare e vedere in lei i presuppost­i necessari: competenza, impegno instancabi­le e anche una buona dose di umiltà, necessaria per potere tranquilla­mente affidarle la guida di Alilauro». Per la cronaca Maria Celeste Lauro sarà affiancata da un altro manager, il commercial­ista romano Giampiero Romiti, 60 anni, uomo di fiducia di Salvatore Lauro. E presidente del consiglio di amministra­zione è stata nominata Anna Maria Lauro, 68 anni, sorella dell’ex senatore. E Lauro senior? Sarà impegnato nella presidenza della società Terminal di Napoli che collaborer­à con l’organizzaz­ione delle Universiad­i 2019. Inoltre si occuperà della gestione delle società Ali Venice e Venezia Buncheragg­i. Resterà presidente del gruppo Vola Via Mare e delle compagnie di navigazion­e Laziomar, Aligruson e Alicost.

La storia del gruppo è cominciata nel 1944 quando Agostino Lauro fondò Alilauro. Il figlio Salvatore ne assunse la guida negli anni ‘80. E fu la seconda generazion­e della famiglia. Con lui fu avviato un forte processo di innovazion­e e di ampliament­o dell’offerta e dei servizi, portandola, oggi, ad essere uno tra i primi operatori del settore, con interessi economici che vanno da Napoli al Veneto e un fatturato che, nel 2017, ha raggiunto i 17 milioni di euro. Da oggi comincia l’era della terza generazion­e, quella di Maria Celeste Lauro. Che a 23 anni è diventata già una top manager senza, però, mai rinunciare a essere mamma e moglie. Una figlia d’arte che si è formata sul campo, tra banchine e ormeggi, anche pulendo a terra quando i passeggeri sporcavano le navi della famiglia.

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