SCONFITTA ANNUNCIATA L’INUTILE STUPORE

L’Europa League non poteva esserci nei piani del Napoli. La rosa corta e per giunta incerottata non lasciava margini di ottimismo all’idea di poter combattere su due fronti. Lo sapeva Sarri, ne era consapevole anche la società. Ma soprattutto ne aveva preso ampiamente coscienza la città che quasi si era augurata la sconfitta abbastanza netta con il Lipsia. Ciò che invece non torna è lo stupore postumo di Sarri, che prima ha tenuto a distanza l’Europa League, poi si è detto deluso della prestazione dei suoi giocatori. Spogliandosi di ogni ipocrisia, l’allenatore del Napoli, alla vigilia della gara, aveva ammesso che l’Europa League non avrebbe dovuto inficiare il campionato. Il messaggio, forte e chiaro, era passato prima ancora che ai media, nello spogliatoio. Dove, sappiamo tutti, che il patto scudetto è una sorta di promessa solenne che i giocatori si sono fatti l’uno con l’altro. Ci credono tutti, si impegnano tutti: da Reina all’ultimo dei panchinari. Giudice di questo patto è Maurizio Sarri, straordinario comandante di una nave che sa dove vuole approdare. E allora, cosa o chi ha deluso l’allenatore? Bisognava perdere ma giocare bene? Difficile. Il suo Napoli - e lo ha dimostrato - ha conquistato in campionato vittorie e punti attraverso il bel gioco: un mix di tecnica, tattica, bellezza e convinzione. Ma ha anche perso 5 delle ultime 7 gare europee, giocando non bene. Se la scelta, più conscia che inconscia, sia stata quella giusta, sarà solo il tempo a dirlo. Per ora niente processi.