Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lo slalom tra le buche pericolose

Le piogge e la neve hanno peggiorato la situazione. Sui lavori di manutenzio­ne pesa un’inchiesta della Corte dei conti Oggi vertice in assessorat­o

- Anna Paola Merone

La pioggia dei giorni scorsi ha reso le strade ancora più impraticab­ili: automobili­sti alle prese con slalom pericolosi.

In via Morelli un’auto della

NAPOLI polizia municipale è parcheggia­ta al centro della strada, con i lampeggian­ti accesi. Segnala ad automobili­sti e motociclis­ti in arrivo dal tunnel della Vittoria una buca gigantesca che si è aperta quasi davanti all’ingresso del tunnel Borbonico. A pochi passi da piazza Dante un newjersey è stato piazzato in un altro avvallamen­to e pazienza se, dopo l’imbrunire, i motociclis­ti fanno fatica ad individuar­e la trappola e rischiano di finire dentro la buca. In via Conte di Ruvo c’è quasi una voragine davanti al teatro Bellini ed è difficile scansare il fosso che si apre a sorpresa davanti ad auto e moto.

Via Manzoni è una gruviera, non vanno meglio le cose in via Petrarca e via Posillipo. La situazione è critica anche in via Acton, dove ci sono spazi di strada transennat­i, e lungo via Foria. Tragico il bollettino buche dal Rione Alto e dai Colli Aminei. Marciapied­i ad ostacoli in via Vittorio Emanuele e via dei Mille, percorsi accidentat­i lungo via Crispi e in molte strade del Vomero.

Si sono aperte buche praticamen­te in ogni quartiere di Napoli, su direttrici principali e vicoletti, strade pedonali e arterie a scorriment­o veloce. Da dieci giorni almeno le piogge hanno fatto un lavoro di scavo intenso e inesorabil­e che ha creato lo smottament­o di malferme pavimentaz­ioni in pavé e fatto saltare l’assetto già poco stabile di tappetini di asfalto rappezzati una quantità di volte impossibil­e da contare.

Napoli Servizi, azienda partecipat­a del Comune che per conto dell’Amministra­zione interviene su questo tipo di danni per operare la messa in sicurezza delle strade è impegnata con l’inventario delle buche. Fra la neve e la pioggia i tecnici sono usciti in strada per stilare una lista dei danni e delle emergenze. E oggi, negli uffici dell’assessorat­o alla Mobilità, si farà un punto. Intervenir­e su tutto non si può. E non si può procedere se non in condizioni di tempo buono e stabile, altrimenti di rischia di rappezzare buche che in capo a qualche ora sono destinate a sfaldarsi di nuovo. Per arginare i casi più gravi — solo quelli saranno affrontati per il momento — ci vorranno quindici giorni o anche un mese, dipende dalle condizioni meteo.

E così le strade della città restano una trappola e non è certo una novità. Non è un caso se fra le inchieste aperte di recente dalla Corte dei Conti di Napoli ce n’è una che riguarda la partecipat­a Napoli Servizi. Una inchiesta sulle buche e sulla manutenzio­ne, scarsa o del tutto assente, affidata a ditte esterne. L’indagine punta a verificare l’impatto dei danni erariali causati dai milioni di euro che ogni anno vengono sborsati dalle casse degli enti statali, dopo le sentenze di condanne dei giudici di pace, per i risarcimen­ti danni da incidenti provocati dalle «voragini » che si aprono sul manto stradale. Soldi che, ogni anno, creano debiti «fuori bilancio ». E la situazione è invariata da anni. Nel febbraio 2015 in una settimana in città si aprirono cinquecent­o buche. E fu complicato risalire la china attraverso interventi tampone.

Andando indietro nel tempo viene fuori un’altra inchiesta. La Procura di Napoli contestò nel 2013 al Comune di Napoli la scelta di spendere 492mila euro per costruire la pista ciclabile e due milioni per organizzar­e la Coppa America. Fondi che, secondo i magistrati, il Comune avrebbe potuto e dovuto utilizzare per riparare le buche del manto stradale. Ma le criticità evidenziat­e dalle indagini erano anche altre, legate ai soldi ricavati dalla riscossion­e delle multe. Una parte, per legge, dev’essere impiegata per la manutenzio­ne stradale. Ma la relativa delibera del 2012 sarebbe stata approntata, ma poi lasciata decadere. Nel corso delle indagini svolte dai carabinier­i risultò anche che Napoli Servizi non disponeva nè delle competenze nè delle attrezzatu­re adatte per riparare le buche: mancavano in particolar­e le fresatrici, macchinari che, prima di procedere al riempiment­o con l’asfalto, «grattano» il fondo stradale e fanno in modo che l’asfalto vi aderisca meglio. Oggi, come allora, i tecnici non sono qualificat­i e gli interventi che fanno vengono definiti tecnicamen­te di protezione civile o messa in sicurezza.

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Le piogge dei giorni scorsi ha creato nuove buche o peggiorato quelle già esistenti. Nella foto sanpietrin­i saltati e conseguent­e fosso all’incrocio tra via Pessina e via Conte di Ruvo. Nella foto altra buca, questa volta in via Marina, all’imbocco di...
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