Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Guerra aperta in Confcommercio Il dossier: Russo è incompatibile
Il nome del direttore generale in 11 aziende. La replica: dimesso da tutti gli incarichi
Il direttore generale di
NAPOLI Confcommercio Napoli, Pasquale Russo, ricopre un ruolo per il quale — secondo lo statuto nazionale — sarebbe incompatibile. Da una visura camerale il suo nome figura in undici aziende e il «dossier» mandato in giro in queste ore su di lui ricorda anche la sua presenza in Agripromos, non dimenticando di un provvedimento della Corte dei Conti legato proprio all’attività del direttore generale nell’azienda speciale della Camera di Commercio.
Documenti che sono una vera e propria dichiarazione di guerra, che potrebbero essere considerati come il segno della rivolta da parte dei «vecchi» di Confcommercio contro i nuovi. Che si difendono a spada tratta. Russo ieri, insieme con il commissario di Napoli Giacomo Errico, rimanda al mittente tutte le accuse. «Agripromos non esiste più — ricorda — e mi sono dimesso da tutti gli altri incarichi. Non ci sono condizioni di incompatibilità e mi stupisce questa presa di posizione per me assolutamente incomprensibile».
Errico, arrivato da Milano poco più di un anno fa come commissario — profilo blindato a livello nazionale — difende la sua scelta. «Sono stato io a volere Russo — sottolinea —. È valido funzionario nazionale di Confcommercio, solo per caso napoletano, per il quale non ci sono incompatibilità di sorta. Chi porta avanti queste accuse dovrà risponderne nelle sedi adeguate».
Vacilla così l’equilibrio, peraltro già fragile, di un’altra associazione imprenditoriale napoletana dove poco più di un ano fa si è insediato Errico e dove la scorsa primavera è arrivato Pasquale Russo come direttore generale. Dopo il caso Unione industriali — dove Marco Zigon ha ritirato la sua candidatura a presidente provocando una serie di terremoti interni alla struttura — è ora la volta dell’associazione dei commercianti. Sullo sfondo la Camera di Commercio, per la quale si sono consumati poderosi scontri. Commercianti e industriali si sono confrontati e fra ricorsi ed «elezioni» a sorpresa si è arrivati ad una scelta dei vertici che ha lasciato l’amaro in bocca a molti.