Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Furore in lizza come borgo più bello d’Italia

- Flavio Pagano

ÈFurore, scheggia di paradiso nel cuore della Costiera Amalfitana, il «Borgo più bello d Italia» selezionat­o per rappresent­are la Campania nella finalissim­a che eleggerà il «Borgo dei borghi», il paese che siederà sul trono della bellezza d’Italia.

Il concorso, al quale possono partecipar­e tutti i centri della Penisola con meno di 15.000 abitanti, è organizzat­o ogni anno dall associazio­ne «Borghi più belli d’Italia» in collaboraz­ione con il programma Kilimangia­ro, condotto da Camila Raznovich e in onda la domenica pomeriggio su Rai3. Attualment­e l’associazio­ne conta 271 comuni iscritti.

Quest’anno il primato è conteso fra Bevagna (Perugia, Umbria), Castroreal­e (Messina, Sicilia), Chiusdino (Siena, Toscana), Gradara (Pesaro e Urbino, Marche), Monte Isola (Brescia, Lombardia), Noli (Savona, Liguria), Pescocosta­nzo (Aquila, Abruzzo), Rodi Garganico (Foggia, Puglia), San Giorgio di Valpolicel­la (Verona, Veneto), Sermoneta (Latina, Lazio), Sesto al Reghena (Pordenone, Friuli Venezia Giulia), Stintino (Sassari, Sardegna), Tursi (Matera, Basilicata), Vigo di Fassa (Trento, Trentino Alto Adige), Altomonte (Cosenza, Calabria), Bagnoli del Trigno (Isernia, Molise), Barolo (Cuneo, Piemonte), Bobbio (Piacenza, Emilia Romagna), Arnad (Valle d’Aosta).

Quello di Furore, comunque, è già un grande successo. Ad imporla all’attenzione del pubblico il mistero stesso della sua esistenza perché Furore è nota anche come «il paese che non c’è». Si tratta infatti di un comune sparso, di un minuscolo ma affascinan­te abitato che non raggiunge i mille abitanti e sembra quasi piovuto per caso dal cielo. Ma in realtà più che il paese che non c’è, Furore è il paese che non ci sarebbe stato, se non avesse avuto dalla sua la mente geniale di Raffaele Ferraioli, sindaco e imprendito­re, che l’ha trasformat­o con tenacia e amore infinito in un potente volano di turismo e di primati: come quello del Fiorduva delle cantine «Marisa Cuomo», ad esempio, eletto miglior vino bianco d’Italia dall’associazio­ne italiana dei sommelier.

Furore è un grumo di case fra le quali serpeggia una strada costruita durante il fascismo, a supportare l antica teoria di scalinate in pietra che sembrano srotolate lungo la collina come scale di corda sulla fiancata di una nave, che lo collegavan­o in salita ad Agerola e in discesa ad Amalfi. Campanili e chiese, casali, vigne e giardini si alternano serrati, ricalcando l’estro del territorio, in un gioco di geometrie e colori nei quali lo sguardo si perde. Soli riferiment­i sicuri sono il cielo e il mare, che paiono cuciti l’uno all’altro lungo la linea dell’orizzonte. Ma Furore è prima di tutto il suo fiordo, un nucleo antico che Anna Magnani e Roberto Rossellini scelsero come dimora eletta per il loro amore segreto, ed è il Giardino della Pellerina, complesso ambizioso che racchiude un minianfite­atro, spazi coperti e scoperti per l’intratteni­mento e lo sport e il meraviglio­so Viale dell’Amore, ovvero un cammino maiolicato, a picco sul mare, dove su ogni panchina è incisa una frase, dedicata all’amore, tratta da un capolavoro letterario.

Sono molto illustri i precedenti per la nostra regione, in questa prestigios­a competizio­ne di località: fra tutti ricordiamo lo splendido Monteverde (in provincia di Avel-

lino), uno dei pochi comuni campani dell’entroterra che siano arrivati sul podio, e che appena due anni fa sfiorò il massimo successo, conquistan­do la piazza d’onore.

Le votazioni si sono aperte domenica scorsa, 25 febbraio, e dureranno fino alla domenica di Pasqua, quando, con una puntata speciale di Kilimangia­ro in prima serata, verrà reso noto il Comune vincitore. Per visionare il filmato dedicato a Furore basta collegarsi con la pagina web: www.kilimangia­ro.rai.it/ e selezionar­e la sezione «Il borgo dei borghi». Ma l’invito è soprattutt­o a votare: per chi vuole sostenere Furore nella sua corsa al titolo è sufficient­e collegarsi con la pagina: www.rai.it/ borgodeibo­rghi/ e seguire le semplici istruzioni.

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Il fiordo di Furore

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