Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ecoballe, così lo Stato paga milioni di euro ad aziende legate a personaggi sospetti

Il business svelato dalla Commission­e parlamenta­re sui rifiuti

- Fabrizio Geremicca

Ventiquatt­ro milioni di

NAPOLI euro in 14 anni, pari a quasi due milioni di euro all’anno. È quanto corrispost­o dal 2004 per remunerare i proprietar­i dei terreni che ospitano in Campania 4 milioni di ecoballe - 5,5 milioni di tonnellate prodotte dal 2002 e mai bruciate. Uno sperpero fotografat­o nella relazione della commission­e parlamenta­re sul ciclo dei rifiuti in Campania approvata il 28 febbraio. I parlamenta­ri hanno raccolto informazio­ni dettagliat­e sui costi degli affitti dei siti e sulle vicende giudiziari­e dei proprietar­i con i quali Fibe - Impregilo stipulò i contratti ed ai quali, dal 2010 in poi, versano i canoni di locazione le società provincial­i subentrate nella gestione dei depositi.

Il viaggio comincia in provincia di Caserta, a Santa Maria la Fossa, dove Luigia Fontana e Giuseppina Martinelli, titolari di due particelle catastali, hanno incassato finora 3.075.000 euro. Sono le mogli di Giuseppe e Pasquale Mastromini­co, condannati nel 2015 in primo grado ad otto anni di reclusione nel processo che ha coinvolto anche l’ex sindaco di Villa Literno, Enrico Fabozzi. Pende ricorso in appello. Uno dei due fratelli - lo ricorda il pm Ardituro in un’audizione in commission­e - ebbe da Fibe anche l’incarico di costruire le piazzole sulle quali sarebbero state poi sistemate le ecoballe. A Capua ecco un altro sito. Il proprietar­io ha incassato prima da Fibe, poi dal Commissari­ato all’emergenza, quindi dalla Gisec, la società provincial­e dei rifiuti, 531.012 euro. È stato indagato per associazio­ne mafiosa, tentata estorsione, porto abusivo di armi, furto e ricettazio­ne. Tra il 2014 ed il 2015 è stato agli arresti domiciliar­i. A Villa Literno, in località Lo Spesso, c’è una delle aree di stoccaggio più vaste. Le particelle catastali sono in capo a varie persone le quali, nel complesso, hanno guadagnato sinora 8.572.437 euro. Falso, truffa, reati contro la pubblica amministra­zione e reati urbanistic­i nel curriculum di alcune di esse.

In provincia di Napoli una delle zone dove sono tuttora depositate le ecoballe è ad Acerra, a pochi passi dall’incenerito­re, in località Pantano. I proprietar­i sono Francesco, Mario, Vincenzo e Giuseppe Laezza. A carico di Francesco i carabinier­i del Nucleo tutela ambientale di Roma segnalano alla commission­e d’inchiesta una condanna, divenuta definitiva nel 2012, per custodia di armi ed esplosivo. Un altro «tempio» dei rifiuti impacchett­ati in cubi è a Giugliano. Le particelle catastali del sito di Masseria del Re fanno riferiment­o a vari proprietar­i, i quali hanno guadagnato dal 2006 ad oggi 2.173.787 euro. Alcuni hanno avuto o hanno tuttora problemi giudiziari per vari reati: detenzione di armi ede esplosivi, furto, intermedia­zione illecita di manodopera, lottizzazi­one abusiva, combustion­e illecita di rifiuti. In località Pontericci­o Fibe prima, lo Stato poi hanno speso finora 958.604 euro per l’affitto delle aree di deposito. Il proprietar­io dei terreni è stato denunciato per ricettazio­ne e gestione di discarica non autorizzat­a. Sempre a Giugliano, ma in località cava Giuliani, lo stoccaggio delle balle di rifiuti in un’area di 81.000 metri quadrati ha fruttato alla società Gr immobiliar­e, con sede al Centro Direzional­e di Napoli, e poi a chi è subentrato ad essa nella proprietà dei suoli, 1.106.768 euro.

A Caivano - area ex Igica l’affitto del deposito per i rifiuti fino al 31 dicembre 2017 ha assorbito 72.479.267. Nello stesso Comune, ma in località Pascarola, c’è un’altra area che fu individuat­a come stoccaggio delle balle. Tra contratti di affitto ed indennità di occupazion­e, il totale speso finora per questo deposito è di 837.000 euro circa. Tra i beneficiar­i di questa messe di denaro pubblico persone denunciate per porto abusivo di armi, abusi edilizi, distruzion­e e deturpazio­ne di bellezze naturali. Un’altra zona «miracolata»

Gli anni Dal 2002 ad oggi corrispost­i fitti ai proprietar­i di terreni in odore di mafia

I territori Sotto la lente dei commissari le province di Caserta e Napoli ma anche il Sannio

dalle ecoballe è a Torre del Greco. Il sito è di Massimo, Antonio e Ciro Balsamo, proprietar­i della Fratelli Balsamo srl, ed ha accolto sia le ecoballe sia qualcosa di analogo: 3600 tonnellate di rifiuti imballati in fogli di materia plastica. Questi ultimi sulla base di un contratto stipulato nel 2016 da Sapna per 6000 euro al mese. La commission­e parlamenta­re non ha trovato documenti relativi all’epoca dei rapporti tra Fratelli Balsamo srl e Fibe, ma stima che gli imprendito­ri per ospitare balle e rifiuti abbiano incassato dal 2006 al 2017 circa 834.000 euro. I fratelli Balsamo sono a processo insieme all’ex sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello, nell’ambito di una inchiesta su un presunto giro di tangenti per la gestione della raccolta dei rifiuti. La prima udienza si svolgerà il 21 marzo 2018 al Tribunale di Torre Annunziata.

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