Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Su e giù con baccalà e stocco
Luci e ombre da Nonna Rosa a Somma. Ok l’insalata di rinforzo, no la Genovese
Da Napoli si impiega più o meno un quarto d’ora per raggiungere Somma Vesuviana, celebre per la qualità dello stoccafisso e del baccalà. Nella cittadina si trovano numerosi locali monotematici dedicati al merluzzo nordico, rispettivamente essiccato dal vento gelido o conservato sotto sale. In settimana visito a pranzo Nonna Rosa. Nessun legame con l’omonima Antica Osteria di Vico Equense. Qui si mangiano solo piatti, eccetto i dolci, realizzati con l’ingrediente principe del territorio. Naturalmente, le aspettative sono alte, incoraggiate anche da alcuni racconti di amici, autorizzati a segnalare, ma completamente ininfluenti rispetto ai verdetti espressi in questa pagina. L’impatto con la realtà rivela un quadro a luci e ombre. La cucina del locale è sospesa in mezzo a un guado, manca in alcuni casi, emblematico quello dei primi piatti, di tecnica e incisività. Eppure si inizia bene con la loro interpretazione dell’insalata di rinforzo (1): una croccante polpettina fritta di baccalà poggiata su un letto di croccante scarola riccia, crema di cavolfiore, crema di carota all’arancia e alici leggermente marinate: per equilibrio il migliore piatto assaggiato. La Genovese di baccalà
(2) utilizzata per condire le candele (Cocco) è invece slegata e oleosa: prevalgono le cipolle cotte per meno di un’ora. Astrattamente interessanti le linguine (Gerardo Di Nola) con aglio, olio, stoccafisso, crema di broccoli baresi e pan grattato aromatizzato al pomodoro: mancano però di nerbo. Buono invece il baccalà cotto in padella e servito su amara acqua dei broccoli nostrani e palline di Parmigiano
(3). Stoccafisso con salsa di pomodori: duretto il primo, asciutta la seconda. Da 7 pieno la cheesecake con albicocca vesuviana e la sfera di cioccolato bianco e lampone. Nocino artigianale notevole.