Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Per niente Candida

- di Candida Morvillo

Cara Candida, mio marito è insopporta­bile. Quando ci siamo sposati, dieci anni fa, abbiamo deciso che avrei smesso di lavorare, anche se sono una bravissima avvocatess­a, ma volevamo dei figli cresciuti con la cura necessaria. I bambini sono arrivati, sono due, bellissimi, maschi e terribili e, anche se in casa ho un aiuto fisso, sono molto stancanti. Questo mio marito non lo capisce, quando torna la sera dice che lo aggredisco parlandogl­i solo di problemi, problemi, problemi. Dice che non sono più la ragazza allegra con la quale si rilassava e si divertiva quando eravamo fidanzati. Io dico che invece dovrebbe aiutarli a fare i compiti e giocare con loro, non solo la domenica, e che è lui che lavora troppo. Non si rende conto di quante cose ho da fare, porto io i bambini a scuola, a judo, a musica, alle feste. Questi ultimi anni sono stati tremendi perché l’azienda di sua proprietà ha sentito la crisi e lui ha sempre lavorato e basta, ma ora le cose vanno meglio e io vorrei che ogni tanto si liberasse per accompagna­re i bambini un pomeriggio o cose così mentre io tiro il fiato. Quando loro sono a scuola, vado a yoga, dal parrucchie­re, ma il resto del giorno non ho un momento e non trovo giusto che lui lavori dalla mattina fino alle otto di sera senza mai fermarsi e preoccupar­si di noi. Le cose in azienda vanno bene, non è arrivato il momento di staccare alle sei? Di prendersi una volta un pomeriggio? Ormai, tutte le sere discutiamo: lui dice che ci siamo divisi i compiti, io la casa, lui il lavoro e che il mio compito dovrebbe essere quello di tenere l’armonia della famiglia, non di rovinarla.

Moglie affranta Cara moglie affranta, le aziende non vanno avanti da sole e sospetto che suo marito abbia più elementi di lei per valutarlo. Ma soprattutt­o, nessuno ha voglia di tornare a casa per essere sommerso dalle recriminaz­ioni. Nessuno ha la leggendari­a pazienza di Socrate che, ad Alcibiade che gli chiedeva come sopportass­e l’insopporta­bile Santippe sempre in cerca di liti, rispondeva: cosa pensi che ci sia di più idoneo, per esercitare l’animo alla pazienza, di una moglie petulante? Cara moglie affranta, lei, per suo marito, non ha neanche una parola di comprensio­ne, come se lui lavorasse per puro egoismo. Ma chi non riconosce nell’altro le buone intenzioni fa del male, prima di tutto, a se stesso. Forse lei ha dimenticat­o cosa significa lavorare duramente, forse dovrebbe chiedersi quante volte a settimana suo marito va a yoga. Quando si parla di coppie e di famiglie, la verità è sempre una storia raccontata a metà. Questa, se la raccontass­e lui, sarebbe la storia di un padre e marito che lavora tanto e tuttavia la domenica aiuta i figli a fare i compiti, che torna a casa la sera e si trova tempestato di lamentele. I ruoli nella coppia sono cambiati, ma quando si scelgono quelli tradiziona­li, bisognereb­be far tesoro della furbizia delle nonne. Sono più le cose che una donna può ottenere chiedendol­e con il sorriso che quelle di cui possa lamentarsi in una giornata intera.

Bisogna sfidare la sorte e confessare paure e sentimenti

Cara Candida, sono una 47enne single da molto e in generale delusa dall’amore e l’anno scorso ho incontrato un uomo perbene divorziato da tempo. Ha cresciuto due figlie da solo e non ha avuto altre storie dopo la moglie. Ha detto che con me, per la prima volta, era disposto a ricomincia­re, ma per me correva troppo e non mi fidavo: mi pareva strano che all’improvviso passasse da zero a tutto. Mi ha fatto una corte serrata, dichiarand­omi subito amore e facendo progetti seri. Poi, mi sono accorta di una cosa che mi spaventa: ha due figlie grandi e già laureate, una vive fuori, però si sentono tutti i giorni, continuame­nte, l’altra lui la segue come una bambina: va a prenderla in piscina, la accompagna alla stazione eccetera. Hanno un rapporto morboso. Un mese fa, mi ha chiesto di andare a vivere con lui, anche perché la figlia piccola sta per trasferirs­i per lavoro. Secondo me, tremava all’idea di trovarsi da solo e voleva affrettare le cose e per questo ho fatto resistenza e gli ho chiesto tempo. Poi, ho accettato, ma a questo punto, lui è diventato sfuggente e molto freddo, ma non come se fosse addolorato, proprio come se avesse cambiato idea. Ora se n’è andato a trovare la figlia grande e non lo sento da due giorni. Ormai ne sono innamorata, però mi chiedo anche se voglio infilarmi in una famiglia così asfissiant­e e, soprattutt­o: lui non avrà cambiato idea?

Delusa Sempre Cara Delusa Sempre, i casi sono due: o lui è un narciso da cui è meglio scappare oppure tu lo hai ferito e lui se la sta dando a gambe. Comunque, sono guai seri solo se tu lo ami davvero. Nella prima ipotesi, la storia dei rapporti fra uomini e donne è piena di uomini che partono in quarta e poi tirano il freno a mano, appena lei si è messa comoda e si è convinta che si può fidare dell’autista. Di solito, lui ne esce illeso, lei no. A molti piace sedurre per il puro gusto di dimostrare a se stessi che ne sono capaci e subito dopo perdono interesse. Nella seconda ipotesi, lui è rimasto scottato perché ha capito che chi stava frenando eri tu. Se davvero in questa relazione lui ha investito tanto e subito, dopo tutto il dolore e i sacrifici pregressi, deve essere stato un colpo non sentirsi corrispost­o. Se lui sia una cosa o l’altra è impossibil­e a dirsi finché non ti metti in gioco. L’unica domanda sensata da porsi è se lo ami davvero. Se ti immagini con lui in casa sua e tutto quello che vuoi è in quella casa, la risposta è sì. Dice un proverbio africano: «Due persone che si amano possono abitare insieme sopra un abisso», figuriamoc­i se non possono farlo in una relazione affollata solo da qualche figlia che vive lontano. Se sei sicura di amarlo, e solo al quel punto, puoi sfidare la sorte e confessarg­li paure e sentimenti. Se è un narciso, scapperà. Rischi di soffrire e rischi il ridicolo. Ma fra il sublime e il ridicolo, si sa, c’è un solo grado di separazion­e. Se invece è scottato dal tuo comportame­nto, sta a te rassicurar­lo. Sosteneva Oscar Wilde che la donna che non sa rendere piacevoli i suoi errori, non è che una femmina.

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Coppie a cinema Michael Douglas e Kathleen Turner nel film «La guerra dei Roses»
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