Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Basilica di Capodimonte, restauro di facciata e cupole Un piano da 600 mila euro
Lavori avviati giovedì scorso. La Curia: speriamo in altri interventi
Sponsor e risorse Intervento finanziato con l’8 per mille e dalla società Grimaldi legata alla fondazione
La facciata della Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte tornerà presto come nuova.
Ma prima risplenderanno le cupole visibili da diecine di chilometri. Il nuovo progetto di recupero dell’Arcidiocesi di Napoli è stato cantierizzato giovedì scorso, si comincia dal tetto, cupola e lanternino.
«E’ una prima tranche», spiega il direttore dell’ufficio tecnico dell’Arcidiocesi, l’ingegnere Carmine Gravino, «che riguarda anche l’impermeabilizzazione del monumento, un intervento da duecento mila euro circa per quattro mesi di lavori, poi seguirà un secondo step per la facciata principale, annerita dallo smog e dagli agenti atmosferici, riavremo un bianco molto più chiaro con un intervento di miglioramento anche strutturale sulle ossidazioni, da 450 mila euro. La prima tranche fa riferimento a un contributo otto per mille più Arcidiocesi al 50 per cento, la seconda invece si avvia grazie al prezioso contributo della società di navigazione Grimaldi, da sempre legata alla fondazione», collaborò alla sua nascita in epoca moderna e su ogni nave Grimaldi è presente la Madonna del Buon Consiglio, alla quale i credenti partenopei più devoti vollero attribuire la fine dell’epidemia di colera del tardo XIX.
«L’Arcidiocesi di Napoli prosegue in questo percorso di investimento sui beni monumentali della città con le risorse a disposizione, restaurando le chiese di Napoli di sua proprietà — termina l’ingegnere Gravino — e sarebbe auspicabile che anche gli altri proprietari (Fec o Regione e Comune, avviassero sugli altri beni altrettante attività di restauro».
Alla direzione dell’architetto Giovanni De Pasquale è affidato il cantiere per il risanamento delle cupole e coperture e poi delle parti in marmo travertino e in cemento armato della facciata. Restauro conservativo ma moderno. La Basilica edificata per volere di suor Maria di Gesù Landi e dalla nobiltà napoletana è della prima metà del XX secolo, opera dell’architetto Vincenzo Veccia che si ispirò a quella di San Pietro in Vaticano (pure «a differenza di San Pietro che ha sulla balaustra un gran numero di statue, qui la modulazione plastica è ridotta ad un modesto gruppo di tre statue al centro e due movimenti compositivi alle estremità», Madonna in piedi con Bambino seduto sul braccio e Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, descrive De Giovanni nello studio preliminare).
Ma sorge sulle Catacombe di San Gennaro, appena restituite alla fruizione del pubblico. L’interno della basilica, che contiene sculture e dipinti importanti (Balducci, Vaccaro) non abbisogna di alcun intervento.
Scrive De Giovanni (Dpc Architetti) nella relazione tecnica: «La natura stessa e la varietà dei materiali utilizzati per la sua costruzione, gli elementi decorativi in stucco e marmo, il rivestimento in marmo, il tufo per la muratura portante, la presenza di elementi in pietra lavica hanno comportato un’attenta analisi delle parti in maniera tale da poter differenziare ed individuare gli interventi» indifferibili. «A causa dell’esposizione alle intemperie si sono nel tempo attivati fenomeni di corrosione, caduta e perdita di parti degli apparati decorativi che hanno reso necessari interventi di messa in sicurezza che non ne hanno potuto bloccare il degrado, ma solo assicurare che il monumento continuasse ad essere fruibile per il culto. Lo stato di conservazione del monumento, attualmente, è tale che si sono resi improcrastinabili gli interventi di restauro conservativo delle facciate». Un nuovo passo per un ulteriore rilancio dell’insula di Capodimonte, con la Basilica e le Catacombe quasi a ridosso della ritrovata Sanità, la Reggia, il Museo e il parco reale borbonico.