Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Uccide la moglie davanti alla scuola
Terzigno Si stavano separando, lui era geloso. In casa dell’uomo trovate venti lettere, in una è scritto: «Mi faccio giustizia da solo» La donna aveva appena accompagnato la loro figlia di 9 anni in aula. Il marito si è dato alla fuga
Gli insulti davanti agli ultimi bambini che si affrettavano a entrare nella scuola nel giorno della festa del papà, poi gli spintoni, gli schiaffi. E un colpo di pistola alla testa, che ha ucciso all’istante una mamma di 31 anni: Imma Villani poco prima aveva lasciato davanti all’aula la figlia di nove anni. E’ accaduto a Boccia al Mauro, frazione di Terzigno. L’omicida è il marito da cui si stava separando, Pasquale Vitiello, che è fuggito in sella a uno scooter grigio e fino alla tarda serata di ieri non era stato rintracciato. Non è escluso che si sia tolto la vita con la stessa arma. L’uomo ha lasciato alcune lettere, in una era scritto: «Mi farò giustizia da solo».
Gli insulti davanti agli ultimi bambini che si affrettavano a entrare nella scuola nel giorno della festa del papà, poi gli spintoni, gli schiaffi. E un colpo di pistola alla testa, che ha ucciso all’istante una mamma di 31 anni: Imma Villani poco prima aveva lasciato davanti all’aula la figlia di nove anni. E’ accaduto a Boccia al Mauro, frazione di Terzigno. L’omicida è il marito da cui si stava separando, Pasquale Vitiello, che è fuggito in sella a uno scooter grigio e fino alla tarda serata di ieri non era stato rintracciato. Non è escluso che si sia tolto la vita con la stessa arma. Nella sua casa di via Amati a Terzigno, quella che da un paio di settimane Imma aveva lasciato per tornare dal padre a Boscoreale, i carabinieri hanno trovato una ventina di lettere che ora sono sotto sequestro. In quelle lettere potrebbe esserci la spiegazione del gesto. In una in particolare si legge che Pasquale aveva intenzione di farsi «giustizia da solo».
I rapporti tra Imma e Pasquale erano da tempo difficili. Vivevano con la bambina sotto lo stesso tetto, ma conducevano vite parallele. Il 4 marzo la svolta: mentre asciugava i capelli alla piccola Arianna (è un nome di fantasia) l’uomo, impiegato in una ditta di pulizie che fornisce il servizio all’Alenia di Pomigliano, aggredì la moglie, prima verbalmente, poi anche con percosse. Non solo: nel litigio, secondo quello che Imma denunciò ai carabinieri, intervenne anche la madre di lui, che arrivò a stringerle le mani al collo. Quella domenica Imma fece i bagagli in tutta fretta e tornò con la figlia nella casa di via Colombo a Boscoreale, dove aveva abitato da ragazza e dove ora vive il padre, rimasto vedovo due anni e mezzo fa, con la nuova compagna. Quello stesso giorno lei, che si era fratturata un braccio e portava il gesso, chiese a un amico di accompagnarla in caserma per sporgere querela, alla quale seguì una contro querela della suocera. Ai militari raccontò che la frattura se l’era procurata cadendo, ma ora qualcuno ne dubita: i litigi tra marito e moglie, hanno testimoniato molte persone che li conoscevano, erano anche molto violenti.
Da due settimane, dunque, era la nuova compagna del padre, Giuseppe, ad accompagnare in auto Imma e la bambina a scuola. Proprio ieri, ironia della sorte, i medici le avrebbero tolto il gesso e lei avrebbe potuto riprendere pian piano la sua vita normale. La donna ha parcheggiato in viale dei Pini e ha atteso che madre e figlia raggiungessero l’istituto scolastico. Ha anche visto Imma uscire e dirigersi verso l’auto, ma poi è accaduto qualcosa di imprevisto: a lei si è avvicinato un uomo, il marito, e i due hanno cominciato a discutere in modo animato. Sembrava un contrasto come tanti tra coniugi che si stanno separando, invece l’epilogo è stato tragico. Mentre i carabinieri cominciavano la caccia all’uomo, anche con un elicottero, gli scolari sono stati fatti uscire da un altro portone. La piccola Arianna è stata affidata ai familiari della madre, che assieme a psicologi e assistenti sociali l’hanno preparata a ricevere la notizia.
Pasquale Vitiello non è andato a casa né in alcuno degli altri luoghi che frequenta. La possibilità che si sia tolto la vita con quella stessa pistola che si era procurato chissà dove è alta, secondo i carabinieri. Neppure il cellulare è servito a fornire qualche elemento per localizzarlo. Una spiegazione del gesto che ha compiuto potrà arrivare forse dall’esame delle lettere trovate in casa sua, alcune delle quali indirizzate a un amico (altre invece, a quanto pare, erano dei promemoria destinati alla figlia, che avrebbe dovuto leggerli una volta cresciuta). Sembrerebbe che Pasquale non accettasse l’idea che sua moglie frequentasse un altro uomo, anche se lui, da tempo, amicizie femminili le aveva. Il coordinamento delle indagini e delle ricerche è della Procura di Nola, guidata da Annamaria Lucchetta con la vice Stefania Castaldi. La priorità è rintracciare Vitiello, che, se non ha compiuto un gesto estremo, è ancora potenzialmente pericoloso.
La coppia era in crisi da tempo e la donna aveva avuto pure un braccio spezzato per le percosse ricevute
Denuncia Secondo quanto Imma riferì subito ai carabinieri venne aggredita anche dalla mamma di lui