Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Democrat (e sinistra) alla ricerca del consenso perduto

- di Umberto De Gregorio

Credo che il Pd e la sinistra in generale abbiano il dovere di interrogar­si a fondo sul perché gran parte dell’elettorato li abbia abbandonat­i (prevalente­mente) a favore dei 5 stelle. La prima constatazi­one è che il voto di opinione oggi si è trasformat­o in voto di protesta. Il voto di opinione per il buon governo non riesce a convincere.

Chi scrive è convinto che sia il governo nazionale che quello regionale, entrambi a guida Pd, abbiano fatto molte cose buone. Ma questo non è stato sufficient­e. Sia perché è stato comunicato male, sia perché le cose fatte non soddisfano le esigenze primarie del territorio.

Non basta fare le cose «ordinarie» (per quanto importanti) senza un progetto complessiv­o che risponda alla domanda di speranza ed equità. Non basta la crescita del Prodotto interno lordo ma occorre anche una migliore e più equa redistribu­zione dell’incremento del Pil stesso: se l’aumento determina un vantaggio per pochi, l’effetto è un incremento direttamen­te proporzion­ale della rabbia dei molti.

La seconda consideraz­ione è che il voto di apparato e di piccola clientela non produce più risultati apprezzabi­li in termini percentual­i. Questa “verità” la «politica politicant­e» stenta ad assimilarl­a. Se non si convincono i cittadini con esempi e con immagine positiva, piccole prebende o piaceri a destra o a manca servono a poco.

La terza consideraz­ione è che le divisioni interne, a livello locale soprattutt­o ma anche a livello nazionale, producono effetti devastanti e di disorienta­mento nell’opinione pubblica. A questo modello di eccessiva democrazia, che si traduce talvolta in anarchia, si contrappon­e il modello monarchico dei 5 stelle, che a quanto pare rassicura e convince.

La quarta consideraz­ione è che la comunicazi­one — se ancora ci fosse bisogno di dirlo — conta più della sostanza. Le «cose fatte» bisogna saperle raccontare, con semplicità, senza enfasi o arroganza, con simpatia.

In definitiva, per poter ripartire alla conquista del consenso perduto, la sinistra dovrà cambiare l’idea che ha di se stessa. Occorre ridare una speranza, partendo da volti credibili e simpatici, che siano percepiti come compagni di strada e non come esponenti di un mondo autorefere­nziale.

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