Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’avvocato: la separazion­e? Le avevamo chiesto se volesse tornare a casa

Annunziata: nessuna risposta, poi tutto è precipitat­o

- Piero Rossano

«Ho conosciuto la famiglia di Pasquale, il papà Ciro e le sue due sorelle. Persone normalissi­me, tutti lavoratori. Di certo gente su cui non può esserci l’aggravante del degrado in cui vivono e dell’ignoranza di fondo. Quanto accaduto è stato anche per me qualcosa di molto inatteso».

Salvatore Annunziata, avvocato civilista, da sole due settimane si stava occupando degli aspetti relativi alla causa di separazion­e della coppia. Era stato contattato dai familiari di Pasquale Vitiello attraverso un avvocato penalista e il suo lavoro era solo alle prime battute.

A che punto eravate? Su quali basi si stava muovendo?

«Eravamo ancora in attesa che Immacolata rispondess­e ad alcune nostre richieste. Sono stato alcuni giorni fuori città con la mia famiglia e sono rientrato solo l’altra notte. Non avrei mai immaginato che la vicenda potesse assumere una piega del genere».

Che richiesta era stata formulata alla moglie di Pasquale?

«Avevamo affidato ad alcune persone vicine a lei una lettera in cui si chiedeva anzitut- to dove aveva stabilito il domicilio suo e della bambina e se ci metteva a parte del recapito. Quindi, se aveva nel frattempo maturata l’intenzione di voler rientrare a casa o se invece voleva proseguire con una richiesta di separazion­e, magari consensual­e. In tal caso avevamo avanzato proposte sul mantenimen­to della bambina».

E poi cos’è accaduto?

«Non abbiamo avuto alcuna risposta. Devo però dire che di giorni ne sono passati molto pochi. La situazione è precipitat­a all’improvviso e nulla lasciava presagire quel che è successo».

In che modo Pasquale le ha conferito l’incarico di assisterlo in questa causa?

«Sono stato contattato da un collega penalista, Angelo Bianco. Perché si stava già occupando di una vicende di querele e contro-querele tra le parti ma mi rassicurò che non ve n’erano tra i due coniugi quanto tra le rispettive famiglie. E così fissammo un appuntamen­to. Che non c’è mai stato».

Che significa? Da chi ha ricevuto il mandato?

«Dal padre. Io non ho mai incontrato Pasquale a causa dei suoi orari di lavoro. Ho ricevuto il padre Ciro e la sorella Annalisa. La lettera inviata a Immacolata l’abbiamo concordata con loro e con Pasquale. Il papà del ragazzo mi ha detto oggi (ieri per chi legge, ndr) che la sera prima, domenica, aveva cenato a casa. Era tranquillo, nessun suo atteggiame­nto li aveva insospetti­ti. Non so che dire...».

Sono stato contattato da un collega penalista perché si stava già occupando di una vicende di querele e controquer­ele tra le parti, ma mi rassicurò che non ve n’erano tra i due coniugi quanto tra le rispettive famiglie

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