Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bruzzone: lei ha denunciato Qualcuno ha valutato male
«Ccome al solito mi pare non ci sia nulla di nuovo sotto il sole. Siamo di fronte all’ennesimo omicidio che poteva essere evitato. E senza particolari sforzi». La criminologa Roberta Bruzzone commenta i fatti di Terzigno sottolineando più volte che si rischia di trovarsi di fronte ad un numero sempre maggiore di vittime. «Se saranno confermate tutte le indiscrezioni che stanno emergendo e se sarà confermato che è stato il marito, — sottolinea — ci troveremo di fronte ad uno scenario che era ampiamente prevedibile. Come a Cisterna, chi doveva non ha operato. E dunque bisogna ripensare alla formazione di quelli che sono chiamati a valutare queste segnalazioni. C’è qualcosa che non va rispetto ai criteri che usano. La prevenzione non sta rispondendo. Bisogna fare in modo che chi valuta - sia in prima battuta che nel corso del procedimento -sia formato in maniera diversa. E questo perché non voglio credere ci sia superficialità. Evidentemente i parametri non sono quelli giusti». A Terzigno, come in altri casi, l’assassino ha scelto una zona in cui la vittima non si sentiva minacciata. «Sia dal punto di vista temporale che logistico — spiega Bruzzone — si agisce mentre la donna ha le difese abbassate: la signora era andata ad accompagnare il figlio a scuola e non era sola. Questo significa ancora una volta che bisogna far passare l’idea, in sede investigativa e giudiziaria, che questo tipo di soggetti quando ha emesso una condanna a morte non si ferma: non si possono sottovalutare le botte, le persecuzioni, le minacce di morte. Altrimenti è inutile chiedere alle donne di continuare a denunciare».