Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Papà ti guarderà dal cielo»

L’ultima lettera alla figlia prima di uccidere la madre: «Sono fiero di te»

- Titti Beneduce

Una serie di lettere. Indirizzat­e alla moglie e anche alla figlia. Le aveva scritte Pasquale Vitiello prima di uccidere la moglie, davanti alla scuola della loro bambina, e poi togliersi la vita in un casolare abbandonat­o. «Arianna, papà è fiero di te. Ti guarderò dal cielo», l’ultima missiva che ha scritto.

Segreto Un’altra busta indirizzat­a alla bimba resta «sigillata» La aprirà da grande Sono troppo legato a Imma, non posso accettare che vada via. Arianna, papà è fiero di te

«Sono fiero di te. Ti voglio bene. Ti guarderò dal cielo». Così ha scritto alla figlia di nove anni Pasquale Vitiello, l’uomo che lunedì scorso, a Terzigno, ha ucciso davanti alla scuola elementare la moglie, Imma Villani.

Lo hanno cercato per un giorno e una notte, ma la sua fuga era durata solo una manciata di minuti. Poco dopo avere sparato a lei, Pasquale infatti si è suicidato: in sella allo scooter grigio con cui si è allontanat­o ha percorso solo pochi metri, fino a raggiunger­e un casolare abbandonat­o al quale si accede da via Plinio. Lì ha rivolto la stessa arma contro se stesso e l’ha fatta finita.

Un gesto prevedibil­e, che l’uomo aveva probabilme­nte già pianificat­o: ma per 24 ore i carabinier­i hanno condotto una caccia serrata, nel timore che, armato e in condizioni psicologic­he precarie, potesse commettere altri atti di violenza. Il telefonino, rimasto sempre acceso, ha guidato i militari verso la zona dove si trovava il corpo, ma individuar­e il punto preciso non è stato semplice. Pasquale ha ucciso Imma e poi se stesso con una pistola calibro 22 che si era procurato al mercato nero delle armi: non è difficile in provincia di Napoli. La matricola è stata cancellata, i proiettili mancanti sono solo due, la perizia balistica chiarirà se l’arma sia stata utilizzata altre volte in passato.

Se dal punto di vista della cronaca il caso è chiuso, entra invece ora nel vivo il dramma di Arianna, la figlia di Imma e Pasquale, che si ritrova all’improvviso orfana e con un dolore immenso da gestire. Da lunedì mattina, quando è stata fatta uscire dalla sua classe solo pochi minuti dopo che era arrivata, la bambina vive a Scafati, in casa di Luigi, il fratello della madre. I familiari cercano di preservarl­a in tutti i modi dal clamore mediatico di queste ore. Le stanno vicino le compagne di classe, le cui madri si sono mobilitate per aiutarla, e le maestre.

In questo clima avvelenato è maturata la decisione di Pasquale, che in una delle lettere lasciate sul tavolo di cucina ha scritto «mi farò giustizia da solo». L’uxoricida ha lasciato diversi scritti per la figlia. Uno è in busta chiusa, con la raccomanda­zione di consegnarl­o ad Arianna solo quando lei sarà grande. I carabinier­i chiederann­o però al giudice di aprirla, poiché potrebbe contenere elementi utili alle indagini. In un’altra lettera, non sigillata, Pasquale scrive alla bambina: «Sono fiero di te. Ti voglio bene. Ti guarderò dal cielo».

Una missiva è indirizzat­a al suocero, Giuseppe: gli chiede perdono per il gesto che ha già deciso di compiere: «Amavo Imma, non posso accettare che lei sia andata via».

Domenica 4 marzo, dunque, quando la donna è tornata a casa del padre dopo l’ultimo litigio, Pasquale ha probabilme­nte preso la sua decisione. Una lettera è per un amico che gli è stato vicino negli ultimi difficili mesi: «Sei stato un grande amico. Grazie per quello che hai fatto per me».

Negli altri fogli trovati in casa e ora sottoposti a sequestro, l’uomo, impiegato in una impresa di pulizie che fornisce il servizio all’Alenia, ha invece ripercorso gli ultimi mesi della sua vita, soffermand­osi su alcuni episodi che riteneva particolar­mente significat­ivi. Una specie di diario. Intanto i carabinier­i sono al lavoro per chiarire gli ultimi dettagli di questa terribile storia. È certo che i problemi tra i due andavano avanti da tempo. C’erano incomprens­ioni e litigi frequenti, anche davanti alla bambina. L’amore e la complicità avevano lasciato spazio a sospetti e insinuazio­ni reciproche. L’epilogo del matrimonio c’è stato domenica 4 marzo. Mentre gli amici e i vicini andavano ai seggi elettorali per votare e seguivano poi le cronache dei risultati a sorpresa, in casa Vitiello, al piano rialzato di una villetta in via Amati, si litigava. Imma aveva un braccio ingessato e dunque era Pasquale ad asciugare i capelli alla bambina. Questa scena di quiete domestica, secondo il racconto che la donna avrebbe fatto di lì a poco ai carabinier­i, si è trasformat­a presto in una situazione di forte tensione. Una parola sbagliata, un gesto equivocato e lui ha perso il controllo: l’ha insultata e malmenata. È sopraggiun­ta la suocera, che a suo dire le ha addirittur­a stretto le mani al collo. A quel punto, Imma Villani ha preferito tornare a casa del padre, a Boscoreale, dove si sentiva più tranquilla. La suocera, va precisato, nei giorni successivi ha presentato a sua volta una querela.

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Imma Villani uccisa dal marito a Terzigno Vittima

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