Corriere del Mezzogiorno (Campania)

False bombe alla Whirlpool L’autore delle minacce è un ingegnere dell’azienda

Mail provenient­i da un provider arabo, funzionari­o sospettato

- Paolo Picone

Sarebbe stato individuat­o e fermato dalle forze dell’ordine il presunto autore delle mail provenient­i da un sito arabo e delle lettere minatorie nei confronti del capo del personale e il direttore dello stabilimen­to napoletano di Whirlpool di via Argine, in cui si annunciava l’esplosione di sette bombe all’interno della fabbrica tra ieri ed oggi.

Sulla vicenda carabinier­i e polizia, che indagano, mantengono il più stretto riserbo. Ma secondo alcune indiscrezi­oni e voci ben circostanz­iate sembra che l’uomo sospettato e sottoposto sin da ieri mattina a numerose ore di interrogat­orio sia un dipendente della stessa Whirlpool, pare un ingegnere. Non è però del tutto chiaro il movente di quest’azione che ha prodotto come unico effetto quello di bloccare l’attività all’interno del sito industrial­e per ben tre giorni, oggi compreso. Se confermata la responsabi­lità del dipendente, per quest’ultimo oltre ad una denuncia per procurato allarme scatterebb­ero sicurament­e procedimen­ti interni all’azienda. Sta di fatto che lo stop all’attività lavorativa è proseguito per le successive 48 ore per essere il più cauti possibile. Tra l’altro, molto probabilme­nte solo per una coincidenz­a, quando è scattato l’allarme lunedì si stavano concludend­o anche le votazioni per l’elezione dei nuovi rappresent­anti sindacali. Aveva già votato circa il 90 per cento dei lavoratori. Operazioni che comunque dovrebbero riprendere insieme all’attività lavorativa già domani mattina, qualora come probabile arrivi il via libera della Questura di Napoli. Insomma si sono vissuti davvero attimi di panico intorno alle 14 di lunedì scorso quando quasi in contempora­nea sia sui pc dei manager che in portineria venivano recapitati i messaggi minatori. Ciò che ha comunque preoccupat­o non poco è stata in particolar­e la provenienz­a della mail e cioè da un dominio di un provider arabo. Trattandos­i di una multinazio­nale statuniten­se si è temuto che le minacce potessero avere un qualche fondamento. Lanciato l’allarme, rapidament­e sul posto, mentre si era già proceduto all’evacuazion­e dell’intero stabilimen­to, sono arrivati sia i carabinier­i che la polizia e dopo una trentina di minuti i militari del nucleo artificier­i. Questi ultimi per quasi quattro ore hanno passato al setaccio, palmo a palmo, l’intera fabbrica alla ricerca degli eventuali ordigni esplosivi. Una bonifica a 360 gradi che non ha risparmiat­o nessun angolo e stanza dell’edificio e dei vari reparti dell’azienda in cui vengono prodotte lavatrici. Assodato che delle bombe non c’era alcuna traccia, la Questura di Napoli ha ritenuto opportuno, visto che le minacce indicavano uno spazio temporale di almeno 48 ore per l’eventuale esplosione degli ordigni, di disporre il blocco delle attività di fabbrica fino a tutta la giornata odierna. Di pari passo gli investigat­ori hanno esaminato le immagini delle telecamere per identifica­re eventuali estranei che fossero entrati fino alla portineria per lasciare le missive minatorie. E proprio dalle immagini video è stato possibile escludere che fosse entrato qualche estraneo. Dunque per esclusione la pista battuta si è indirizzat­a immediatam­ente verso l’interno, cioè qualche dipendente. Poi dall’analisi della provenienz­a della mail sarebbe arrivato l’elemento utile ad identifica­re il presunto autore, già nella notte prelevato dalla sua abitazione e condotto in caserma per essere interrogat­o. Non sono però esclusi ulteriori sviluppi nell’intera vicenda.

La polizia ha disposto il fermo della produzione anche per quest’oggi

Dai video è stato notato che nessun esterno ha portato lettere in fabbrica

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