Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Gli Scavi di Pompei compiono 270 anni Dal ministero arriva l’ok alla buffer zone
Un evento storico per i 270 anni dalla “scoperta” di Pompei. Eccezion fatta per l’accesso alle stanze interne della Schola armaturarum che ha permesso di riportare alla luce numerose anfore intatte di epoca romana, era dalla fine del “regno” di Amedeo Maiuri, cioè gli anni Cinquanta che l’area archeologica dell’antica Pompei non fosse interessata da un organico progetto di scavo. Sono stati avviati nello scorso agosto nell’ambito di un più ampio intervento di messa in sicurezza del fronte di scavo.
Le prime strutture e reperti, liberati dalla terra e dai lapilli, saranno presentati domani dal direttore generale della Soprintendenza Massimo Osanna e dal nuovo direttore generale del Grande progetto Pompei il generale Mauro Cipolletta, che ha appena dato il cambio al collega Luigi Curatoli. Il cantiere è aperto in una zona molto vasta della Regio V, estesa per mille metri quadrati, definita il cuneo tra la casa delle Nozze d’argento e quella di Marco Lucio Frontone. Per sottolineare l’importanza dell’avvenimento è sata scelta una data simbolica. Il 23 marzo del 1748, infatti, vennero alla luce i primi reperti che incoraggiarono gli operai guidati dall’ingegnere Joaquìn de Alcubierre a intraprendere l’attività di scavo dell’antica Pompei, mettendo in secondo piano quella già in atto da un decennio, ma con maggiori difficoltà tecniche, ad Ercolano. La coltre di lapilli che aveva custodito per quasi 17 secoli la città romana era rimovibile in maniera più semplice rispetto al fango di Ercolano che costringeva a un disagevole e pericoloso lavoro all’interno di stretti tunnel. Ma dovettero passare alcuni decenni prima che si avesse la consapevolezza che la città sepolta era Pompei e non la vicina Stabia.
Intanto, ieri a Roma il comitato di gestione del Grande progetto Pompei ha adottato il piano strategico della buffer
zone, per la riqualificazione della cintura di comuni intorno ai siti archeologici vesuviani. Ad annunciarlo i ministri per i Beni culturali Dario Franceschini e del Mezzogiorno Claudio De Vincenti. Sono già programmati interventi per oltre 1.155 milioni di euro. In un’altra riunione i ministri hanno avviato anche il Contratto istituzionale di Sviluppo per la realizzazione del Piano di sviluppo del Parco culturale del Museo e del Real Bosco di Capodimonte.