Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’urlo liberatori­o di Albiol: qui a vita

- Donato Martucci

Ha festeggiat­o il gol dopo due stagioni, ma addirittur­a da quattro anni che non segnava al San Paolo, dal 25 gennaio 2014 contro il Chievo. Raul Albiol, uno dei leader del Napoli, quello che ha vinto più di tutti in carriera, ha regalato la vittoria contro il Genoa. Un successo pesante che ha permesso agli azzurri di ridurre lo svantaggio dalla Juventus, bloccata sul pari a Ferrara. Ora il Napoli e a -2 dai bianconeri: il sogno è ancora vivo. «Vogliamo crederci fino alla fine – ha detto lo spagnolo – mancano nove finali e cercheremo di stare insieme alla Juve fino all’ultima giornata». Sarri gli ha insegnato a stare meglio in campo: la postura per un difensore è tutto. «E’ sottovalut­ato – ha ribadito il tecnico di Figline – e sono contento che lui stia facendo un grande campionato». L’urlo liberatori­o al San Paolo era dovuto al gol che mancava da troppo tempo, ma anche una voglia di ribadire che il Napoli non si è ancora arreso. Lo spagnolo, nonostante un palmares da fare invidia, non ha smesso di imparare e con Sarri immagazzin­a, come un computer, quegli schemi difensivi che ormai Raul sogna anche la notte. Lui si è messo al servizio della squadra ed è diventato il baluardo della difesa insieme a Koulibaly. Del resto non si è mai arreso, anche quando un incidente stradale lo costrinse all’asportazio­ne della milza a inizio carriera. E’ però esploso lo stesso, fino a conquistar­e tanti traguardi con il Valencia e poi con il Real. Il leader silenzioso ora vuole vincere anche a Napoli: «Con lo scudetto magari faccio il quinto figlio». Una promessa, magari per mettersi al pari con Pepe Reina, suo grande amico e altro esempio da seguire nello spogliatoi­o. Anche i compagni lo chiamano El Chori, uno soprannome nato a Valencia che gli affibbiò l’argentino Fabian Ayala, a Napoli dal 1995 al 1998. «Ero giovane, magro e alto per lui sembravo una salsiccia ed in spagnolo si dice Chorizo». Ama Napoli, la città l’ha colpito tanto da lasciare il Real Madrid e accettare l’invito di Rafa Benitez, suo maestro e mentore. Lo ha confermato anche il padre Miguel: «Mi colpisce lo spirito di gruppo che c’è nel Napoli – ha detto a radio Crc -. L’anno prossimo al Valencia ? Io sarei felice se chiudesse la carriera al Napoli».

Vogliamo crederci fino alla fine, ci aspettano tutte finali e cercheremo di stare insieme alla Juve fino all’ultima giornata

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