Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SENZA SCUOLA VINCONO SEMPRE I LUPI
Il sindaco replica alle accuse sui «centri sociali come basi logistiche di violenza»
Amente fredda vorrei ritornare sull’uccisione della guardia giurata alla stazione della metropolitana per mano di tre minorenni. Ho letto commenti, ho sentito i parenti degli assassini, ho ascoltato le opinioni di tante persone. Sgomento, dolore, rabbia, indignazione. E naturalmente la ricerca delle cause che hanno spinto quei ragazzi a spezzare la vita di un bravo uomo e a gettare nella disperazione la sua famiglia. Cause che riguardano quell’episodio ma che richiamano un fenomeno di delinquenza minorile diffuso da un capo all’altro di Napoli. Una spiegazione ricorrente prevede che le colpe siano da attribuire alla fiction «Gomorra» e ai suoi personaggi che tanta emulazione susciterebbero. Troppo comodo, troppo facile, troppo falso. E sarebbe anche troppo semplice: si proibisce «Gomorra», la si mette al rogo e tutto ritorna normale, sparisce la criminalità minorile e non, nessuna traccia di stese e paranze, ritorna la pace e viviamo felici e contenti. Sarà chiaro che non sono di questo partito. Poi c’è il partito dell’analisi sociologica. Società, famiglia e scuola con gradi diversi sul banco degli imputati. Giustamente, aggiungo. Perché è impossibile negare che l’evanescenza della prima, l’incapacità della seconda e la debolezza della terza siano fattori determinanti del naufragio di masse di ragazzini e giovani cresciuti senza valori che non siano l’intolleranza, la prepotenza, la violenza, il dominio.
NAPOLI «È un violento. In pieno delirio di onnipotenza. Non è un uomo delle istituzioni. Quasi quasi mi candido alle regionali e lo straccio». Manc asolo l’ hashtag#Vinc enzo staisereno eils indaco Luig id eMagis tris entrerebbe di rito nell’empireo della pop-politica. In verità reagisce a accuse velenose lanciate, a porte chiuse ma registratore acceso (l’audio è pubblicato sul nostro sito), dal governatore: «A Napoli abbiamo il più grande disastro amministrativo d’Italia, abbiamo un sindaco che si presenta dicendo “dobbiamo derenzizzare la città di Napoli”, non c’è più agibilità democratica, e il Pd zitto».
Così De Luca durante il suo intervento in direzione regionale del Pd. Un De Luca contro tutti, ieri tutti contro De Luca. «Le cose da dire sarebbero tante — comincia de Magistris ai microfoni di Televomero —, quasi non risponderei. La prima grande differenza tra me e lui è che io sono un uomo delle istituzioni, cerco di rispettare tutte le istituzioni al di là del colore politico. Questo senso delle istituzioni De Luca non ce l’ha, andrebbe aiutato, è in pieno delirio di onnipotenza». De Luca parla anche della violenza delle manifestazioni partenopee dei centri sociali. «A me questo sembra un linguaggio violento, non è democratico o dialogante e resto allibito per- ché chi fa politica e ha una sconfitta di questo tipo dovrebbe ritrovare senso delle istituzioni. Io vorrei un rapporto con lui ma non riesco proprio ad averlo, non solo non ti incontra non ti risponde neanche. La pensa come il suo amico Gianni Lettieri sulla città di Napoli. Tutti mi vogliono presidente di Regione, io non lo voglio fare, ma se continua così politicamente mi costringerà a sconfiggerlo».
Per De Luca c’è un mandante politico nelle contestazioni. Su questo de Magistris ci va giù durissimo. «De Luca deve stare attento a quello che dice, la calunnia è perseguibile legalmente d’ufficio, non devo ne- anche querelarlo. Dice che c’è un mandante politico dietro le contestazioni, i politici vengono contestati. Ma lui lascia insinuare una cosa falsa, cioé considerare mandanti chi ricopre cariche pubbliche. Stia attento. Continua a non sopportare questa città, ha uno sprezzo totale per Napoli. Se ha un problema va aiutato. Se vuole un consulto sono qua. De Luca cominci finalmente a fare il presidente della Regione».
Insomma una campagna elettorale che non accenna a terminare. «I primi che hanno avuto il coraggio di criticare il renzismo e Renzi siamo stati noi — ancora de Magistris —. Il Comune era derenzizzato quando il Pd era al 4o per cento e la gente si inchinava per salutare Renzi. Noi lo abbiamo attaccato quando voleva mettere la mani sulla città, e lo abbiamo sconfitto. Se la campagna elettorale durava ancora un po’ il Pd scendeva ancora di più, con Gentiloni avrebbero recuperato il 10 per cento». Poi una conferma. De Magistris da tempo corteggia i 5 Stelle, anzi meglio il loro elettorato e quindi sull’accusa deluchiana lanciata al Movimento di aver stravinto a Casal di Principe dice: «Sono allibito dalla mancanza di rispetto nei confronti dei campani e dei casalesi, non del clan, gli abitanti di casale che sono persone perbene. Quello ai 5 Stelle è stato un voto libero dato contro il sistema, i meridionali non ne possono più. L’equiparazione con Cesaro, che è stato coinvolto in fatti delicati come altri esponenti del centrodestra, è sbagliato. I 5 Stelle non sono santi, ma uno che ha perso le elezioni, che viene sconfitto a Salerno deve rispettare i campani. Senza il trucchetto di Caserta, che poi ha festeggiato a Salerno. L’arroganza violenta è insopportabile. Avete mai sentito dirmi abbiamo il peggior presidente della Regione? Non si contiene». E ripete: «Mi stimola a candidarmi, a fare una cosa che non voglio fare».