Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il circolo Posillipo «rompe» la tradizione Ecco le donne socie
Insegnanti, giornaliste e imprenditrici: diciotto signore accolte dal presidente Vincenzo Semeraro
Il
circolo Posillipo interrompe la tradizione e ammette le donne come socie. Ieri pomeriggio l’insediamento delle diciotto signore (alla cerimonia ne erano presenti solo dieci), accolte dal presidente Vincenzo Semeraro.
NAPOLI Il Circolo Nautico Posillipo apre ufficialmente alle donne. Ieri pomeriggio, nel salone delle feste del sodalizio presieduto da Vincenzo Semeraro, si è celebrato l’ingresso di 18 signore in qualità di socie effettive. Una rivoluzione epocale se si considera che per 93 anni le donne hanno potuto frequentare il Circolo solo in quanto «ospiti» di mariti o parenti di sesso maschile, ai quali spettava la titolarità. Si faceva eccezione solo per quelle che praticavano sport alle quali era permesso di usufruire della struttura per le attività sportive che il Circolo offre. Dieci le donne presenti alle quali il presidente ha donato una pianta fiorita ed una maglietta con il logo del Circolo. Le altre, assenti giustificate.
«È la mia seconda casa, sono felicissima di poterne far parte ufficialmente – commenta l’avvocato Cristina Chiti che è stata la prima a presentare la domanda di ammissione -. Frequento il Circo loda ragazzina, come ospite e inseguito sono diventata socia sportiva, partecipando ai Master di nuoto. Appena ho saputo dell’opportunità mi sono catapultata. Per una donna single come me è un luogo di grande compagnia, dove trascorrere il pomeriggio e le serate oppure godersi il mare d’estate».
Anche per la giornalista Valeria Bellocchio «il Circolo è un porto sicuro dove approdo sempre volentieri, spesso assieme a mio marito e alla mia famiglia. Vivendo a Posillipo è quasi naturale fermarsi qui per partecipare alle attività sociali». La più assidua sulla scogliera è invece Laura Tomassi: «sarei capace di stendermi sul lettino a prendere il sole anche a gennaio – scherza — . Nuoto qui da otto anni e mi sono innamorata di questo posto dal primo momento che l’ho visto. Qui mi sento sempre bene accolta». C’è poi chi, come Maria Elisabetta Varrone è già socia benemerita dal 1983, per le sue vittorie velistiche, ma ha deciso di diventare anche socia effettiva «per un senso di appartenenza al circolo di cui mio padre è stato socio fondatore. Avendo portato per tanti anni i colori sociali, sento di voler fare parte di questa comunità che promuove tante attività sportive di alto valore sociale, soprattutto rispetto ai giovani, con un giusto investimento di tempo e di risorse».
Anche la fotografa Cristina Ferraiuolo è figlia di un socio fondatore: «Frequento il Circolo da bambina – spiega - poi sono diventata “capitano di battello”, ovvero proprietaria di un gozzo che ormeggio alla banchina. Mi ha mosso l’affetto ma anche la soddisfazione di essere tra le prime socie. Volevo partecipare a questo momento storico».
Il senso di appartenenza, l’amore per il Circolo e la questione ideologica, ovvero il fatto che finalmente la barriera sessista cade e la voglia di essere presente a questa rivoluzione culturale, sono tutte in- sieme le ragioni che hanno spinto Luciana Ferrone, “ospite” dal 1970 insieme al marito Ferruccio Guerra. E infine c’è chi, come Paola Conti, lo ha sentito come «un gesto di riconoscenza per un sodalizio che ha aiutato i miei figli a crescere» e chi come Annamaria Brandolini sentenzia: «il Circolo è una tradizione da sostenere».