Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Casi di usura e truffa, ecco gli atti gettati via dal poliziotto violento
NAPOLI Una nota della Questura che chiedeva notizie per aggiornare la mappa della criminalità, rimasta senza risposta. Una relazione di servizio con notizie apprese da fonti confidenziali su una serie di truffe ai danni delle Asl, mai trasmessa in Procura. Un’annotazione con notizie confidenziali su due usurai, mai approfondita. C’era anche questo tra la mole di documenti che il sovrintendente Francesco Incalza, uno dei due poliziotti filmati mentre nel centro storico aggredivano un fattorino che non si era fermato all’alt, è accusato di avere distrutto nel 2013, quando era in servizio al commissariato Montecalvario. Incalza, condannato a due anni per i fatti del Global Forum del 2001 (per reati poi prescritti), è ora imputato davanti alla I sezione del Tribunale, collegio B, per distruzione di atti veri, falsità materiale e rifiuto di atti di ufficio. Il fascicolo è del pm Valter Brunetti. Secondo l’accusa, di cui ha scritto nei giorni scorsi Repubblica, Incalza, dopo essere stato trasferito a un altro incarico, gettò via molti documenti, tra cui atti giudiziari importanti, «che per ragioni di giustizia e sicurezza pubblica dovevano essere compiuti senza ritardo». La prossima udienza è fissata per il 26 aprile. Nel frattempo il pm Sergio Amato, che indaga per falso e abuso d’ufficio sul pestaggio, ha acquisito gli atti relativi a questa singolare vicenda, con l’obiettivo, probabilmente, di tracciare un profilo del sovrintendente. Per il difensore di Incalza, avvocato Sergio Rastrelli, il reato di falsità materiale non sussiste perché è doloso, mentre Incalza si disfece di quei documenti in maniera palese, gettandoli nei contenitori della differenziata sotto l’occhio di una telecamera che lui stesso aveva fatto installare. Non si trattava, inoltre, di documenti delicati e importanti, ma di «copie di nessun valore». Tutte le deleghe inviate a Incalza ritrovate tra i rifiuti erano state svolte o riassegnate.
A denunciare il sovrintendente fu il suo dirigente dell’epoca, Alberto Mannelli, che è già escusso in aula. Riteneva che fosse grave gettare via quel materiale che riguardava anche reati gravi o indagini di particolare importanza, per esempio per la ricerca di latitanti (quello di Montecalvario, tra l’altro, è un commissariato strategico per il contrasto alla criminalità organizzata).
Intanto non si placano le polemiche sul pestaggio di Francesco, fattorino diciannovenne picchiato e insultato dopo il tentativo di fuga in motorino. Fanno discutere alcune frasi postate dal giudice Luigi Bobbio, ex senatore di An ed ex sindaco di Castellammare. Una è questa: «A proposito della vicenda dei due poliziotti motomontati di Napoli: 1) la città è come Kabul e quindi uno stato di allarme e di tensione permanente delle ff. oo. è più che giustificato; 2) negli USA al ragazzotto che ha violato un ordine di alt... due botte di 9x19 non gliele toglieva nessuno. Conclusione: consiglierei cautela nelle reazioni indignate. Quella divisa bisognerebbe indossarla, sudandoci dentro per la tensione e la paura, prima di tranciare giudizi». Ma anche: «Il rispetto verso le Divise e l’ordine per strada si sono sempre mantenuti con il pugno di ferro. Venti anni e passa di str... del tipo “Polizia amica dei cittadini“o “Polizia dalla parte della gente“hanno fatto danni incalcolabili». E ancora: «Ma avete mai girato di notte, di pattuglia, senza protezioni di sorta se non la Beretta in cintura e il coraggio dei fratelli di sangue che sono con te, a Barra, Ponticelli, Scampia, Quartieri, Sanità? L’avete mai sentita una pallottola fischiare? No, eh ? Io sì... E allora statev zitt!». Seguono hashtag: #iostoconledivise #sempreecomunque.
Moltissimi quelli che approvano e rilanciano.
Bobbio Troppi giudizi Per strada l’ordine va mantenuto con il pugno di ferro
” Quella divisa andrebbe indossata sudandoci dentro per la tensione