Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Liberi gli stupratori di Marechiaro Potrebbero non essere processati

Hanno lasciato Nisida su ordine del giudice. Calderoli: «È un insulto alla vittima»

- Fabio Postiglion­e

NAPOLI Hanno festeggiat­o tutta la giornata. Uno di loro ha compiuto ieri 18 anni ed è stato il protagonis­ta di una party casalingo assieme ai genitori e la sorella. Le foto su Facebook mostrano un volto sereno: «L’incubo è finito», ha scritto. Un altro ha postato una sua foto in primo piano e una frase secca: «Sono tornato», con accanto l’immagine di una bomba con una miccia accesa. Sono liberi da due giorni i ragazzi che a giugno stuprarono una ragazza allo «scoglione» di Marechiaro e non hanno perso tempo a far sapere al mondo dei social di essere in giro. Hanno parzialmen­te confessato, hanno avuto «uno spirito critico sulla vicenda», come ha sostenuto il giudice che ha firmato il provvedime­nto di scarcerazi­one dal penitenzia­rio minorile di Nisida, così come riferito dal quotidiano Il Mattino.

«Liberare dopo solo pochi mesi i tre minori che a ottobre hanno violentato una 15enne, in cambio dell’impegno di rigare dritto e lavorare come pizzaioli, è un insulto alla giustizia e un insulto alla vittima», ha affermato Roberto Calderoli, vicepresid­ente del Senato. «I giudici hanno lanciato un messaggio sbagliato ovvero che per una violenza sessuale si paga una pena minima, quasi nulla, e si ottiene pure un lavoro. Davvero una brutta pagina per la nostra giustizia».

Liberi nonostante l’accusa di essere autori di una violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazzina di via Petrarca vittima del branco del quale si era fidata. Hanno avuto la messa alla prova, grazie all’intervento difensivo dell’avvocato Matteo De Luca, e dovranno per un anno e sei mesi, studiare con profitto, fare opera di volontaria­to, sport e trovare una attività lavorativa collateral­e. Hanno scelto tutti di fare i pizzaioli. Impasteran­no farina per un paio di ore al giorno e poi torneranno a casa ad un orario stabilito dagli assistenti sociali che saranno «addosso» ai ragazzi per molto tempo. Spetterà a loro fare una relazione semestrale al giudice che ha firmato il provvedime­nto. Se al termine del tempo di messa alla prova rispettera­nno le prescrizio­ni, dimostrera­nno di essere stati precisi nei compiti assegnati, per loro tre il processo non si celebrerà mai più e il reato sarà estinto con un’ordinanza di prosciogli­mento: come se nulla fosse accaduto.

Da Nisida alla pizzeria, passando per la scuola, la parrocchia del quartiere e un centro per disabili. Per i tre babystupra­tori di Nisida ci sono possibilit­à di crescita, se lo vorranno. E i precedenti sono tanti, come quando il giudice del tribunale dei Minori di Napoli mise alla prova per tre anni uno degli assassini di Carmela Attrice, una donna ammazzata nel 2004 alle Vele di Scampia, sulla cui storia sono state prodotte anche fiction. Dopo un breve periodo di carcere il giovane affiliato alla camorra fu messo in libertà. I tre ragazzi dello stupro di Nisida furono arrestati ad ottobre dopo che arrivarono gli esami dei tamponi vaginali e di tracce lasciate sugli slip della ragazza. Furono interrogat­i e in parte ammisero di aver portato la ragazza in una zona appartata di Marechiaro e di aver fatto sesso con lei, ma consenzien­te.

La vittima invece oppose inutilment­e resistenza anche davanti ad altre persone che da lontano guardavano la scena senza intervenir­e. Quando tornò a casa li riconobbe su Facebook e con il supporto di un’amica e della madre li andò a denunciare tra le lacrime, davanti agli psicologi che da quel momento non ha potuto più lasciare a causa dei traumi subiti per la violenza patita e le minacce ricevute nei giorni successivi».

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Lo «scoglione» di Marechiaro, luogo in cui è avvenuto lo stupro della ragazza
Sul mare Lo «scoglione» di Marechiaro, luogo in cui è avvenuto lo stupro della ragazza

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