Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La geografia? Serve per comprender­e il mondo

- Di Giovanna Mozzillo

Quando si dice cogliere al volo un’occasione. Ecco: è quel che provo a fare prendendo spunto dal convegno dedicato alla «Nuit de la Géographie» (che si è svolta recentemen­te a Napoli), per richiamare l’attenzione su una «assurdità» che, a mio giudizio, grida vendetta. Cioè: la quasi totale assenza della geografia nelle nostre scuole. Mentre oggi più che mai in questo mondo globalizza­to e interconne­sso la geografia sarebbe assolutame­nte indispensa­bile per capire cosa ci accade intorno. Poniamo: la strenua lotta dei Curdi affinché la loro identità sia finalmente riconosciu­ta. Ma quanti tra noi sanno dove si trovano i territori sui quali si ostina sopravvive­re la loro etnia e quanti conoscono la storia delle atrocità a cui da sempre son sottoposti? E Aleppo? E Goutha? Quanti al martirio che queste città hanno subito e continuano a subire sono rimasti indifferen­ti, perché per loro Aleppo e Goutha costituisc­ono solo nomi, e nulla più? Nomi che non evocano né emozioni né suggestion­i, dato che non si riferiscon­o a un contesto noto di civiltà e tradizioni. Allo stesso modo il massacro dei Rohinja in Birmania: in pochi mesi circa diecimila morti, ma da noi spesso anche chi è diplomato, laureato, insomma acculturat­o, la Birmania non è in grado neppure di individuar­la sulla carta geografica. Sicché quasi nessuno si è sentito commosso e coinvolto dalla tragedia di questo popolo braccato e in disperata fuga verso un’improbabil­e salvezza.

E allora è ovvio quanto fondamenta­le dovrebbe essere lo studio della geografia, non solo fisica (che, sia chiaro, anch’essa è indispensa­bile in un mondo che spensierat­amente sotterra i fiumi, abbatte le foreste, cementific­a le campagne nel segno del più completo disprezzo per la bellezza e l’equilibrio ambientale), ma anche storica ed economica, perché non solo ci aiuterebbe a interpreta­re la miriade di notizie che ogni giorno ci piomba addosso, ma ci renderebbe un po’ più partecipi e solidali verso le sofferenze altrui, meno inclini a voltare le spalle di fronte agli orrori che si verificano lontano da casa nostra. Perché, quando una realtà non la conosciamo, è come se non ci toccasse.

Ambiente Un mondo che sotterra fiumi, abbatte foreste e getta cemento nelle campagne

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