Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«La città chiederà i danni»

Duemila con il sindaco, che rilancia: cancellare il «debito ingiusto» ora non basta più

- Cuozzo

«Chiederemo non solo la cancellazi­one del debito ingiusto, ma anche i danni». Davanti a circa duemila persone radunate in piazza del Municipio, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, invoca l’intervento del Capo dello Stato. «Ci rivolgerem­o al presidente Mattarella, è assurdo che si trovino miliardi di euro per salvare le banche e non qualche centinaio di milioni per i cittadini napoletani che sono in stato grande si sofferenza», ha detto il primo cittadino partenopeo.

NAPOLI Due enormi catene nere realizzate con palloncini gonfiabili che simbolicam­ente legano palazzo San Giacomo al grande palco sottostant­e e che devono essere spezzate, dando l’idea di un Comune bloccato, incatenato dai debiti. Eppoi un’enorme ampolla, sempre fatta da palloncini, raffiguran­te la teca con il sangue di San Gennaro al quale evidenteme­nte il sindaco — e la città — ha cercato di rivolgersi. C’è dell’allegoria dai tratti piedigrott­esca nella piazza Municipio che aspetta il discorso di Luigi de Magistris e che si popola alla spicciolat­a dalle prime ore del mattino. Alla fine, saranno circa duemila gli esponenti di movimenti, associazio­ni, della maggioranz­a che sostiene il sindaco, oltre a semplici cittadini venuti in piazza per sposare la battaglia «contro il debito ingiusto» promossa dall’ex magistrato che dal 2011 guida il Municipio e che tiene quasi simultanea­mente «occupate» tre piazze: piazza Municipio, appunto; piazza Trieste e Trento e Largo Berlinguer. Ad introdurre il tutto, Mariasilvi­a Malvone, voce di Radio Kiss Kiss che dà il via agli interventi leggendo un messaggio di Erri De Luca.

La protesta è condivisa anche da personaggi famosi: Angela Luce, Patrizio Oliva, il comico Lino D’Angiò, che saliranno sul palco per portare il loro messaggio di sostegno alla manifestaz­ione voluta dal sindaco. Il quale non delude la sua piazza intervenen­do con toni forti: «Ci fermeremo e fermeremo la lotta quando ci cancellera­nno il debito — dice —. Anzi, dopo la giornata di oggi non è neanche più sufficient­e cancellare il debito, ci devono risarcire perché siamo vittime della stagione del terremoto e dell’emergenza rifiuti. Dovranno pagare anche gli interessi. Non avranno pace quelli che si gireranno dall’altra parte». La novità arriva a comizio terminato: in pratica, de Magistris fa sapere che Napoli non si accontenta soltanto di un provvedime­nto che possa cancellare il debito, o almeno congelarlo. Ma evidenteme­nte, il tiro è meglio alzarlo al punto da chiedere i danni allo Stato. L’idea, al popolo arancione, piace e i consensi ovviamente sono unanimi. «Ci hanno tolto tutto, questa è una battaglia che dobbiamo portare avanti insieme. Ma anche se dovessi rimanere da solo, la farei da solo, a torso nudo, senza arrendermi perché non bisogna mai arrendersi», rimarca de Magistris. «È credibile — sono sempre parole del sindaco — che il debito venga cancellato e se la lotta sarà giusta, di grande contenuto politico e credibilit­à istituzion­ale, sono convinto che questo Parlamento non potrà che ascoltare il grido di Napoli che è il grido di tante città che soffrono ingiustame­nte. Non trovo giusto che si trovino 12 miliardi per salvare le banche e non si riesca a trovare qualche centinaio di milioni per salvare i diritti e i bisogni degli abitanti del nostro Paese a cominciare da Napoli». «Uniamoci per questa lotta — è l’appello — perché è giusta e va oltre ogni appartenen­ze politica. Spiace chi si è defilato e chi si è messo contro. Mi sembra che il Pd sia spaccato e sono convinto che a tanti militanti e dirigenti del partito non piaccia vedere il Pd con Forza Nuova, Casapound e Lega. Mi sembra un bel quadro politico, veramente lontano dal nostro». Ed ancora: «Chiederemo innanzitut­to un incontro al presidente della Repubblica, che è stato sempre attento sulle questioni di Napoli e per il quale portiamo rispetto come garante dell’unità nazionale. Poi ai presidenti di Camera e Senato, dei gruppi parlamenta­ri e in particolar­e a chi ha vinto le elezioni presentand­osi come il nuovo».

Claudio de Magistris, fratello del primo cittadino, è il regista della manifestaz­ione: è lui che in questi giorni ha tenuto i fili del dialogo con i vari mondi che si sono succeduti sul palco: da semplici studenti a disoccupat­i, dalle associazio­ni ai tanti comitati. tra le voci, anche quella di Cesare Moreno dell’Associazio­ne maestri di strada. Prima del sindaco, interviene l’assessore alle Finanze, Enrico Panini, che ha predispost­o il bilancio. panini prende in prestito alcuni passaggi di Napul’è di Pino Daniele, poi rivela: «Questo Governo è in grado di poter perfeziona­re le decisioni sul debito che già si è impegnato ad assumere, manca una firma». È quella di Gentiloni.

L’accusa Non trovo giusto che si stanzino dodici miliardi di euro per salvare le banche e non si riesca a trovare qualche centinaio di milioni per Napoli

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La grande teca fatta di palloncini simbolo dell’ampolla con il sangue di San Gennaro
Ironia La grande teca fatta di palloncini simbolo dell’ampolla con il sangue di San Gennaro

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