Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il Sannazaro è Centro di Produzione Nazionale
Il teatro di Luisa Conte, oggi diretto dalla nipote Lara Sansone, riceve dal Mibact il riconoscimento: «Una telefonata attesa da anni per il rilancio della tradizione»
La telefonata più attesa, quella che dopo anni di silenzio è finalmente giunta in via Chiaia. Per il prossimo triennio, infatti, il Sannazaro, il teatro bomboniera inaugurato nel 1874, diventa, anche per il Ministero dei Beni Culturali, uno dei Centri di Produzione Nazionale. Un riconoscimento che affonda le radici nella storia di questa sala, da sempre impegnata nella difesa e nel rilancio della tradizione teatrale napoletana.
«Abbiamo appena ricevuto la comunicazione — spiega Lara Sansone — per ora ancora ufficiosa ma certa, direttamente dalla Direzione Generale dello Spettacolo, un riconoscimento a cui aspiravamo da tempo, ma che ora si traduce finalmente in realtà».
Ed il primo pensiero non può che essere per la nonna, Luisa Conte, e per il nonno, Nino Veglia, che insieme, attrice e impresario, riaprirono il Sannazaro nel 1971 con la commedia Annella di Portacapuana di Gennaro Davino. La stessa entrata ormai stabilmente nel repertorio della nipote, attrice certo ma sempre più anche manager del teatro di famiglia.
«Un’attitudine — continua Lara — ereditata soprattutto da mia madre Brigida, che aveva preferito non calcare le scene ma occuparsi di organizzazione». La notizia, ovviamente, rappresenta un’ulteriore affermazione per il movimento teatrale napoletano, legato a una sorta di dòmino, per cui il Bellini passato a Tric (Teatro di rilevante interesse culturale) lascia proprio al Sannazaro il ruolo di Centro di produzione, condiviso già in passato con il Teatro Diana. «Ci credevamo e come — continua l’attrice — perché il nostro è stato sempre un teatro di produzione, sin dai tempi in cui nonna Luisa metteva in scena con Nino Taranto i repertori di Viviani e Di Maio. E nonostante i tanti sacrifici e i momenti difficili in cui pensi di mollare tutto, io e il mio compagno Sasà Vanorio ci siamo impegnati al massimo, anche finanziariamente, per mettere su produzioni enormi come La festa di Montevergine (che tornerà in scena dall’11 maggio) e La festa di Piedigrotta, che appartenevano al dna del nostro teatro».
Eppure questa «promozione» ministeriale giunge in una fase in cui il Sannazaro si è aperto anche alla contemporaneità e a inedite ospitalità, come per la rassegna A volte ritornano o per il Napoli Teatro Festival. «È vero e non è escluso che proprio da questo giusto mix sia venuta fuori la scelta della Direzione generale. Sulla quale noi continueremo a insistere, anche perché ci abbiamo preso gusto. Penso alla mia partecipazione a Ragazze sole con qualche esperienza di Moscato. Non sappiamo ancora quale sarà il nuovo contributo economico, ma sappiamo però che sarà investito per altre importanti produzioni nel segno della tradizione ma anche in quello dell’innovazione, già a partire dalla prossima stagione».
Un’ulteriore conferma del valore che il movimento teatrale napoletano rappresenta nel panorama nazionale Siamo produttori da sempre ora anche per lo Stato