Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Primo Maggio, la rivolta dei liceali
«Impiegati come guide dalle 9 alle 17, indosseremo cartellini contro l’alternanza scuola-sfruttamento»
Il Primo Maggio saranno impegnati come guide e indosseranno cartellini «contro l’alternanza scuola-sfruttamento».
Al lavoro di Primo Maggio con l’alternanza scuola-lavoro: stavolta sono i ragazzi della Quarta A del classico Garibaldi a protestare, come già i colleghi del Vittorio Emanuele in occasione delle Giornate del Fai. Nel giorno della Festa del Lavoro quando saranno impegnati dalle 9 alle 17 nel ruolo di guide turistiche al Pio Monte della Misericordia indosseranno cartellini «contro l’alternanza scuolasfruttamento», annunciano i minorenni con un video già diventato virale: «Avremmo preferito magari fare una gita coi genitori o gli amici essendo un festivo dell’ultimo quadrimestre - dicono dai social - invece verremo sfruttati, mandati a fare le guide in un museo dalle 9 alle 17 senza essere pagati e i nostri professori sono stati costretti a ideare un escamotage per farci ottenere la pausa pranzo, facendoci uscire in un orario decente».
Va da sé che gli stessi professori sono stati sorpresi dalle “condizioni” del progetto di alternanza. «Come sappiamo», aggiungono i ragazzi, «la situazione dei mezzi di trasporto a Napoli è drammatica, pensiamo a chi dovrà recarsi al centro storico di Napoli dalla provincia di Primo Maggio. E toglieremo tanto lavoro a persone davvero competenti e formate, noi siamo stati preparati sull’arte di quel museo ma in confronto le nostre competenze sono nulle». «L’alternanza di un’altra classe», una terza, qui tutti minori, aggiungono i ragazzi, «invece consisteva nella vendita di “azioni” per un ricavato totale di 300 euro, dal momento che non sarebbero mai riusciti a venderle avrebbero dovuto spendere questi soldi di tasca loro e la scuola», evidentemente nuovamente sorpresa, «venendoci incontro ha deciso di pagare questi soldi al posto degli alunni. Non possiamo boicottare l’alternanza rischiando provvedimenti disciplinari gravi, allora al museo indosseremo cartellini con l’hashtag #alternanzaScuolaSfruttamento in linea con la protesta degli studenti di Napoli e di altre città d’Italia, vogliamo ribadire il nostro disagio e se non avessimo avuto alle spalle docenti comprensivi e un istituto disponibile avremmo dovuto trascorrere il Primo Maggio in quel museo senza nemmeno una pausa pranzo o avremmo dovuto pagare “azioni” che nessuno avrebbe rivenduto».
Quest’ultimo curioso progetto “venduto” dalla Students Lab (associazione di imprese - e scuole accreditata per l’alternanza della 107 altrimenti detta “Buona Scuola”) che ha coinvolto la Mooks Mondadori effettivamente prevede “certificati di azioni” da 3 euro che non è chiaro se i ragazzi, minorenni, abbiano firmato - col consenso o meno dei genitori qui la giurisprudenza è dibattuta - e si tratta di una simulazione d’azienda, nella fattispecie per la produzione di “segnalibri” attraverso una sorta di crowdfunding e poi messi in vendita, progetto che pure avrebbe sorpreso non poco il corpo docente, anche perché i ragazzi avrebbero dovuto sborsare an- che 140 euro per la realizzazione di due banchetti per la vendita di questi segnalibri, al Garibaldi e presso una Galleria Auchan, e alla fine la scuola ha optato per la copertura di tutte le spese con tanto di segno della croce per i progetti a venire. Dopo le proteste nelle Giornate del Fai coincidenti con la domenica delle Palme, dopo il caso del ragazzo di Carpi impiegato in officina che ha preso un 6 in condotta per aver protestato su Fb o degli studenti impiegati nei McDonald’s durante l’orario scolastico (mai a Napoli) mancava un “caso” di Primo Maggio. Ed è facile prevedere le reazioni dei sindacati.
Come l’Usb Scuola che ha già espresso «massima solidarietà» ai ragazzi del Vittorio Emanuele minacciati del 7 in condotta dopo l’intervento di una (ex) delegata Fai: «Ragazzi che con coraggio e determinazione hanno mostrato quale deve essere il ruolo principe della scuola: quello di motore di sviluppo del pensiero critico, unico strumento utile a comprendere il mercato del lavoro che gli stanno costruendo intorno, fatto di flessibilità, precarietà e sfruttamento». Mentre la Flc Cgil parla di «deriva, imposta dalla 107, della metodologia didattica non più utile per approfondire la conoscenza della realtà del lavoro, ma strumento facilmente orientabile verso prestazioni gratuite e di mero sfruttamento».
E i ragazzi del Garibaldi in calce al loro video scrivono: «Non c’è spazio per pensieri ed azioni, tutto è soffocato dall’immagine dell’azienda presso cui si svolgono i percorsi, dal “decoro”. Forse stanno dimenticando che dietro tutto questo ci siamo semplicemente noi».
Il film virale
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