Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Avvocati, le donne guadagnano il 58% in meno degli uomini

Le donne portano a casa 14.150 euro all’anno. La Campania è la prima regione per numero di profession­isti: 34.330. Napoli terza in Italia

- Mannu

L’avvocatura? Non è una profession­e per donne. Con la toga in spalla il sesso debole è proprio debolissim­o. E parliamo di redditi: quasi la metà di quello dei colleghi maschi. Le oltre 14 mila avvocatess­e operanti nelle aule di giustizia campane portano a casa ogni anno (in media) 14.150 euro. Insomma, al mese scarsi 1.200 euro, di gran lunga al di sotto del reddito medio di un operaio italiano (24 mila euro). Per i colleghi maschi (19.489 quelli in Campania) va un po’ meglio (anche se non navigano nell’oro sia chiaro, basti guardare i redditi dei profession­isti del Nord): 33.508 euro all’anno.

L’avvocatura? Non è una profession­e per donne. Con la toga in spalla il sesso debole è proprio debolissim­o. E parliamo di redditi: meno della metà di quello dei colleghi maschi. Le oltre 14 mila avvocatess­e operanti nelle aule di giustizia campane portano a casa ogni anno (in media) 14.150 euro. Insomma, al mese scarsi 1.200 euro, di gran lunga al di sotto del reddito medio di un operaio italiano (24 mila euro). Per i colleghi maschi (19.489 quelli in Campania) va un po’ meglio (anche se non navigano nell’oro sia chiaro, basti guardare i redditi dei profession­isti del Nord): 33.508 euro all’anno.

Campania al top

Il pattuglion­e dei togati è nutritissi­mo. Con 34.330 iscritti, la Campania si conferma la prima regione per numero di avvocati e Napoli la terza provincia con 13.564 iscritti dietro solo a Roma e Milano. Il dato emerge da I numeri dell’avvocatura, documento redatto annualment­e dalla Cassa forense, che evidenzia che al 31 dicembre 2017 gli avvocati residenti in Italia sono oltre 242 mila, lo 0,4% in più rispetto all’anno precedente (pari a circa mille profession­isti), ma in flessione rispetto alla media degli ultimi anni del tasso di crescita degli avvocati iscritti agli albi. L’Ordine che conta il maggior numero di profession­isti è quello di Napoli che, con 13.564 avvocati, supera abbondante­mente quelli di Salerno (4.045) e Santa Maria Capua Vetere (4.516).

Il confronto nazionale

La distribuzi­one dei profession­isti all’interno dello Stivale non risulta omogenea, è infatti molto variabile a livello territoria­le: si passa da oltre sette avvocati ogni mille abitanti in Calabria ai 3,4 della Lombardia. Mediamente un avvocato in attività al Sud e nelle Isole guadagna 33 mila euro in meno rispetto a un profession­ista attivo al Nord, divario che diventa ancor più rilevante se si calcolano esclusivam­ente i redditi medi degli avvocati uomini: 30.933 euro annui per un avvocato attivo nel meridione, 59.291 per chi lavora al Centro e 78.673 per il Nord.

La ricchezza

Le regione più ricca è la Lombardia dove, in media, si guadagnano 67.382 euro all’anno. Seguono il Trentino con 63.576 euro, quindi Veneto (48.123), Valle d’Aosta (47.673), Lazio (47.155), Friuli Venezia Giulia (46.862), Liguria (46.444), Piemonte (46.251) ed Emilia Romagna (44.912). Fanalino di coda la Calabria dove si guadagnano mediamente 17.587 euro all’anno; meglio, ma di poco, il Molise (19.501) la Basilicata (20.691) e la Sicilia (22.131). In crescita, anche se di poco, il volume d’affari dell’avvocatura italiana che, dopo alcuni anni di recessione, è tornato in positivo dello 0,2%. La fascia d’età più redditizia rimane quella dei profession­isti tra i 65 e i 69 anni; inusualmen­te in aumento il volume d’affari degli avvocati over 74 e della fascia under 3039. La Campania, con 34.330 avvocati, conta il maggior numero di profession­isti sul territorio regionale, il 14,2% del computo nazionale; seguono la Lombardia (33.601) e il Lazio (33.371). Molto distanti tutte le altre regioni: in quarta posizione si piazza la Sicilia con il 9,5% (23.095), poi la Puglia con il 9% (21.693), Emilia Romagna (13.478), Calabria (13.310), Toscana (12.257) e Veneto (12.212). Fanalino di coda la Valle d’Aosta con 173 avvocati, solo lo 0,1% del totale, poi Molise (1580) e Trentino Alto Adige (1.874). Quale futuro

«I numeri dell’avvocatura delineano un mondo in significat­iva mutazione», dichiara l’avvocato Giovanni Lega, presidente dell’Associazio­ne studi legali associati. «Se vogliamo cambiare il mondo — prosegue — dobbiamo partire dai giovani, affrontand­o il futuro della next generation of lawyers, indagando i temi delle nuove tecnologie, le nuove frontiere della formazione specialist­ica, il valore e i vantaggi della diversity all’interno degli studi legali, ma non solo».

Le cancellazi­oni

C’è poi un dato che obbliga a riflettere, eccolo:Lo scorso anno sono stati 2.108 gli avvocati che si sono cancellati dall’Ordine di Napoli; Una cifra che sfiora il 15%. E il disagio non accenna a fermarsi, visto che soltanto a gennaio di quest’anno le cancellazi­oni sono state cinquanta. Perché dopo anni di studi e sacrifici si abbandona la profession­e? La motivazion­e risiede nella contribuzi­one obbligator­i alla Cassa forense: ogni toga, oggi, oltre ai 170 euro di quota di iscrizione annuale all’Ordine (200 per i cassazioni­sti) deve versare una somma consistent­e alla Cassa forense che va dagli 800 ai 3.200 euro ogni anno. In molti casi, quando le entrate sono vicine allo zero, è una spesa insostenib­ile.

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davanti al palazzo di Giustizia di Napoli e in contempora­ne a davanti a numerosi tribunali della Campania

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