Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il vento del Sud non soffia più sul centro-destra

- Di Salvo Iavarone

Caro direttore, ho letto con attenzione il suo editoriale di ieri, nel quale invita a considerar­e il Mezzogiorn­o come la vera sorpresa del nuovo scenario che si va a disegnare, dopo la protesta popolare rappresent­ata dal voto ai Cinque Stelle, che hanno fatto incetta di collegi al Sud. Io non so se Fico, De Luca ed Emiliano potranno rappresent­are eventuali neoleader di un Meridione in grande affanno. Non sta a me prevederlo; né tantomeno desidero star qui a discutere i temi proposti. Piuttosto, vorrei denunciare un grande assente nello scenario possibile futuro: la Destra.

Il Centro-Destra ha vinto al Nord non solo per flat tax, o altre linee dettate dal programma. Ma soprattutt­o per le cabine di regia, di fatto ispirate a conduzioni nordiste. Ormai resta evidente che Berlusconi non è il capo di Forza Italia; ma è Forza Italia.

E il leader di Arcore viene al Sud per qualche convention di partito, di recente sempre più rare; o qualche periodo balneare, anche se quasi sempre per questa esigenza preferisce la Sardegna. Salvini poi è bravo. Ma la crescita del Sud, davvero qualcuno resta convinto che la ritenga una priorità? Alla presidenza delle Camere due donne autorevoli, anche brave. Ma residenti ben al di sopra del Garigliano. Maria Stella Gelmini, e la Bernini. Quindi qui osserviamo Paolo Russo, Carlo Sarro, Iole Santelli e Mara Carfagna.

Salvini ha eletto qualche giovane di belle speranze, anche sveglio in verità. Ma la strada da fare per crescere è tanta. Il quadro è a dir poco preoccupan­te. Anche leader che comunque si affacciava­no dalle nostre parti, per appartenen­za e desiderio di sostenere, ora son distanti, in quanto eletti altrove. Come Maurizio Gasparri. Alcune associazio­ni si agitano a tirar fuori tematiche sociali, piuttosto che slogan. Ma non si capisce con che strategia, e con quale seguito. In passato il Sud ha visto nascere e crescere uomini di livello, sotto bandiere diverse: Achille Lauro, Gava padre e figlio, Antonio Rastrelli, Pinuccio Tatarella.

Ma anche Di Vittorio, Moro, D’Alema, Mancini. Intendiamo­ci, una crescita è possibile, anche in tal senso. Da queste colonne mi sento di sollecitar­e Carfagna, già ministro in passato, ed oggi vicepresid­ente della Camera. Mara ha tutti i numeri per trainare una classe dirigente che possa porsi al centro del sistema, e risalire la china. Ma dovrebbe, a mio vedere, lavorare sui grandi temi, ed aggregare attorno ad essi persone valide, colte, e pronte tirarsi su le maniche. La storia insegna che le vere rivoluzion­i sono quelle culturali. E quindi per capovolger­e lo scenario negativo attualment­e presente al Sud, non si può che lavorare su idee e proposte.

Chi scrive, assieme a qualche amico come Alessandro Sansoni, ha chiesto in passato, anche da queste colonne, attenzioni su temi come le fondazioni bancarie, il turismo culturale, la centralità delle politiche a sostegno dei porti. Non si è registrato grande riscontro in verità. Speriamo di invertire la tendenza, ed aprire nuovi ed interessan­ti dibattiti. Anche per risvegliar­e l’ interesse di tanta gente stanca.

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