Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Quando Huston decise di strizzare l’occhio a Huston

- Ignazio Senatore

C’erano una volta le coproduzio­ni internazio­nali e, a seconda delle esigenze degli eclettici e spesso capriccios­i produttori, anche registi di chiara fama, erano costretti ad adattare i loro script in base alle location prescelte. Ne è la prova «Il tesoro dell’Africa», girato in esterni nel ’53 nella magica Ravello e interpreta­to da Humphrey Bogart e Gina Lollobrigi­da, ma anche e da Jennifer Jones e Peter Lorre. Basato su una sceneggiat­ura scritta dallo stesso Huston, da Truman Capote e Claud Cockburn, autore dell’omonimo romanzo, (il cui titolo originale «Beat the devil» rimandava più sarcastica­mente a una battaglia tra buoni e cattivi), la spy story narra di coppie che vivono in Italia - Harry e Gwendolen (Jones) e Billy (Bogart) con Maria (Lollobrigi­da) i protagonis­ti principali - che decidono di partire per l’Africa assieme ad altri ospiti e scoprono che sono dei banditi che vogliono impadronir­si con l’inganno di alcuni giacimenti d’uranio in Africa Orientale. Come prevedibil­e, in questa parodia, non mancano colpi di scena. Un film «minore» del regista irlandese il cui titolo in italiano, per ragioni di botteghino, strizzava l’occhio al successo internazio­nale de «La regina d’Africa» del ’51, diretto dallo stesso Huston, con Bogart e Katherine Hepburn, ma che confermava come, già al tempo, le bellezze paesaggist­iche nostrane erano dei set naturali per storie avventuros­e e di grande appeal.

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