Corriere del Mezzogiorno (Campania)
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Drogato e torturato ingegnere campano. I familiari saranno parti civili
NAPOLI È stato uno degli omicidi più brutali degli ultimi anni quello che Stefano Perale, insegnante 51enne di Venezia, ha premeditato per mesi e ha attuato in casa tra il 17 e il 18 giugno dell’anno scorso: attirati in una trappola la sua ex allieva Anastasia Shakurova, di 31 anni, e il nuovo compagno di lei, Biagio Buonomo, di 32, originario di Sant’Arpino, in provincia di Caserta, li ha narcotizzati e uccisi con estrema violenza. Anastasia, che aspettava un bambino da Biagio, è stata anche atrocemente violentata, da viva e da morta; alcune scene Perale le ha riprese con il telefonino. Per lui, ora, la Procura di Venezia ha chiesto il rinvio a giudizio: l’udienza preliminare si svolgerà il 18 maggio davanti al gup Roberta Marchiori. Il padre di Biagio, Vito, e la sorella, Simona, assistita dall’avvocato Raffaele Costanzo, si costituiranno parti civili. All’imputato la Procura contesta, oltre al duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’utilizzo di mezzo insidioso (la narcotizzazione delle vittime nel corso dell’invito a cena) anche il procurato aborto (Anastasia portava in grembo un maschietto da circa 20 settimane) e il vilipendio di cadavere.
Nella richiesta di rinvio a giudizio, il pm Giorgio Gava ha ricostruito tutto l’orrore di quella serata. Perale, insegnante di inglese che aveva perso la testa per la bella allieva senza però essere corrisposto, ha attirato Anastasia e Biagio in trappola, fingendo di volerli invitare a cena. Prima li ha drogati versando un farmaco nelle bevande, poi li ha narcotizzati con stracci imbevuti di cloroformio e li ha sottoposti a terribili torture: il giovane è stato massacrato con un tubo di metallo sulla testa, lei invece violentata ripetutamente e insultata con epiteti irripetibili. Non solo: mentre faceva scempio del suo corpo, l’insegnante girò alcuni filmati poi ritrovati sul suo cellulare.
I difensori di Perale, Nicoletta Bortoluzzi e Matteo Lazzaro, hanno provato a giocare la carta dell’incapacità di intendere e di volere. Di avviso opposto, ovviamente, il pm e gli avvocati di parte civile, convinti che Stefano Perale fosse assolutamente lucido e anzi avesse pianificato in maniera meticolosa il duplice omicidio. Il perito della difesa aveva insistito in particolare su un episodio avvenuto all’aeroporto «Marco Polo» di Venezia, quando Anastasia Shakurova atterrò e trovò ad attenderla il suo fidanzato, Raffaele Buonomo, con il quale voleva formare una famiglia. A pochi metri, senza che i due si accorgessero di nulla, c’era anche Stefano Perale, con un mazzo di fiori in mano. Quando si rese conto che Anastasia non provava nulla per lui, ma era innamorata di un altro, fece dietrofront e disperato tornò alla macchina. Lì, secondo quello che lui stesso ha riferito poi, avrebbe avuto un crollo emotivo. Ed è proprio in quella manciata di minuti che il consulente della difesa indica il momento dello switch: da quel momento in poi, insomma, sarebbe stato una persona fuori controllo. Questo parere, tuttavia, è stato superato dalle valutazioni del perito del Tribunale, che ha esaminato a sua volta l’indagato: nonostante alcuni disturbi, Perale era perfettamente in grado di ragionare.
Biagio Buonomo, brillante ingegnere aerospaziale, aveva lavorato a Marcon, nel Veneziano, per la Desà Engineering: si occupava della costruzione del superjet SSJ-100 della Sukhoi, società con la quale Anastasia interagiva per conto di una società lagunare. Poche settimane prima di venire uccisi, nel periodo di Pasqua, i due avevano comunicato ai familiari la decisione di sposarsi; progettavano di andare a vivere insieme a Gaggio, nell’entroterra veneziano.