Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ravello Festival, da Wagner al ‘68
Presentata la sessantaseiesima edizione: eventi dal 30 giugno al 25 agosto
Uno e trino, il Festival di Ravello approda alla sessantaseiesima edizione tra tradizione e innovazioni. Ventisei appuntamenti dal 30 giugno al 25 agosto in tre sezioni dirette da Alessio Vlad (musica), Laura Valente (danza, tendenze, formazione, mostre e nuovi linguaggi) e Maria Pia De Vito (jazz).
Presentazione ieri a Palazzo Santa Lucia dove è stato anche ricordato l’ingresso nel cdi del sindaco di Ravello Salvatore Di Martino (nomina regionale). Alla fine dell’anno, però, tutti gli organismi della Fondazione scadranno. I soci fondatori indicheranno i nuovi membri del cdi (la Regione 4 membri, il Comune 3 e la Provincia 2) e questo nominerà cda e presidente. Ed è stato quello in carica, Sebastiano Maffettone, a introdurre l’edizione che la Regione sostiene con uno sforzo di investimenti sottolineato dal governatore Vincenzo De Luca: «È un nostro orgoglio, è uno dei grandi eventi culturali italiani di valenza internazionale. La qualità è straordinaria e sempre in crescita negli ultimi anni. Fondamentale, ad esempio, è l’apertura alle realtà giovanili e sperimentali. Sostenere questi progetti è una scelta politica precisa».
Nel programma musicale,
Dall’alba a mezzanotte,
l’omaggio al nume tutelare Richard Wagner ha un andamento circolare: «A lui — spiega Vlad — è dedicata l’inaugurazione (30 giugno) affidata a uno dei più grandi maestri del nostro tempo, Esa Pekka Salonen che dirigerà la Philharmonia Orchestra di Londra, e la chiusura con la Deutsche Oper di Berlino e il direttore Donald Runnicles. Ritorni: Valery Gergiev alla guida della Mariinsky Orchestra (21 agosto). Alexander Lonquich dirigerà l’Orchestra Nazionale dei Conservatori italiani (25 luglio) e l’Orchestre Philharmonique de Radio France diretta da MyungWhun Chung (14 luglio), Jérémie Rhorer con Le Cercle de l’Harmonie (22 luglio), La Budapest Festival Orchestra per la bacchetta di Ivan Fischer fa giustamente il bis (18 e 19 agosto). La Filarmonica Salernitana protagonista del Concerto all’Alba (11 agosto), sul podio l’americano Ryan McAdams. E tornano dopo una quindicina di anni i Concerti di Mezzanotte per i quali ho scelto il piano, lo strumento più notturno come sapeva già Di Giacomo citato da mia nonna». Pianefforte ‘e notte...
La sezione Danza\tendenze è connotata dalla scelta di un tema che quest’anno è la forza eversiva sprigionata nella creatività dal ‘68. «Sono passati cinquanta anni — ha detto Valente — i soldati americani facevano piovere bombe sul Vietnam, gli studenti di Parigi bruciavano i boulevard, gli italiani alla Biennale di Venezia protestavano girando verso le pareti le loro tele. Pochi anni prima Peggy Guggenheim sbarcava a Venezia, esportando la pop art americana in Italia, anticipando una tre giorni rivoluzionaria Arte Povera più Azioni Povere /1968, con cui ad Amalfi Germano Celant, Marcello e Lia Rumma rendono protagonisti ferro, legno e stracci. L’arte sconfina “dal quadro all’amscienza, biente”. Ricordando queste tinte espressive si inizia il 4 luglio con Bill T. Jones — simbolo della contact-dance, emblema di impegno civile contro i pregiudizi, incoronato del New York Times — che firma per Ravello /Time: Study II 2018».
Lo spettacolo include anche Abballamm’!, il progetto ideato dalla stessa Valente con la collaborazione di Gennaro Cimmino e il coinvolgimento dei centri di eccellenza (riconosciuti dal Mibact e dalla Regione) e, dal 2017, dell’ateneo di Salerno. Quest’anno i giovani talenti campani saranno in scena con i solisti della compagnia americana. «Il 5 luglio, poi, 1968/See me, feel me sempre con Abballamm’! — continua Valente — in piazza prima del debutto nell’Auditorium Niemeyer di due produzioni del festival: Antonello Tudisco\Act of mercy e Michela Barasciutti\Peggy untitled 20132018». E poi: «Il coreografo britannico Wayne McGregor, il più apprezzato nel fondere danza e arti visive, tecnologia e
per Ravello ha creato Icons, (7 luglio, sulla scorta di Autobiography per la quale, con l’ausilio di due genetisti ha messo in sequenza il suo genoma) e Woolf Works, ispirata a Virginia Woolf con l’étoile Alessandra Ferri, che torna in Campania dopo molti anni, e Federico Bonelli e Herman Cornejo (Royal Ballet, Royal Opera House e American Ballet)».
Viene da un ghetto ed è un simbolo della lotta di genere la sudafricana Dada Masilo «che rilegge i classici con dirompente forza poetica e pari successo. Il 13 luglio vedremo la sua Giselle con disegni di Kentridge. E poi Svetlana Zakharova della quale Baryšhnikov disse: se Dio avesse pensato alla danza, avrebbe creato lei. L’étolie è protagonista di Russian code, progetto originale con le Stelle del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Mariinskij di San Pietroburgo (29 luglio)». Il 4 agosto c’è la serata Rudy&Isadora: «Per Nureyev omaggio dei Solisti della Scala di Milano a 25 anni dalla scomparsa mentre la campana Luna Cenere, su commissione del festival, firma Natural gravitation, un ritratto ‘nudo’ in scena di Isadora Duncan».
Su Roots and Wigs ovvero Radici ed ali, vola la sezione jazz: «Ascolteremo all’opera Ivan Lins, icona della Musica Popular Brasileira — racconta De Vito — che presenterà il Concerto per Ravello insieme al gruppo italiano InventaRio. Poi: Kurt Elling, il più famoso e premiato cantante jazz statunitense in sestetto; avremo in esclusiva italiana Tigran Hamasyan, grandioso pianista armeno; anteprima italiana per Danse mémoire, danse, disco di Paolo Fresu con Mistico Mediterraneo, Daniele di Bonaventura e 6 voci maschili. Doppio il concerto dedicato alla casa discografica Ecm: una produzione originale del Ravello Four Quartets con musiche di Stefano Battaglia su testi di Eliot interpretati da Theo Bleckmann, la più amata voce newyorkese; e Django Bates con il suo trio più recente, Beloved, che rilegge Charlie Parker. Chiude il leggendario chitarrista Bill Frisell con il progetto When you wish upon a star con Petra Haden alla voce». Passi, passioni e ritmo, dunque, per i dettagli c’è il sito www.ravellofestival.com