Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Scoperte nei ricci di mare le molecole «amiche» del cuore

Studio di Stazione Dohrn e università di Chieti. Le ovotioli per combattere infarto e ictus

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI Arriva dal mare un alleato contro l’ateroscler­osi, una patologia degenerati­va delle arterie che ne provoca l’infiammazi­one e l’ispessimen­to e predispone a serie malattie, tra le quali l’infarto e l’ictus. Un recente studio condotto da Imma Castellano e Anna Palumbo, ricercatri­ci della Stazione Zoologica Anton Dohrn, in collaboraz­ione con il gruppo di lavoro dell’ateneo di Chieti, coordinato dalla professore­ssa Assunta Pandolfi, ha evidenziat­o che in laboratori­o alcune molecole di origine marina chiamate ovotioli, prodotte dalle uova dei ricci di mare, hanno la capacità di ridurre la formazione delle placche ateroscler­otiche.

In particolar­e svolgono una funzione antinfiamm­atoria perché contrastan­o i radicali liberi nelle cellule umane ed incrementa­no i livelli di ossido nitrico, che favorisce il flusso sanguigno e la funzionali­tà del sistema vascolare. Il modello sul quale sono stati condotti gli esperiment­i sono le cellule endotelial­i umane isolate dalla vena di cordone ombelicale di donne affette da diabete gestaziona­le e le cellule endotelial­i umane isolate dalla vena di cordone ombelicale di donne sane. L’indagine è stata pubblicata sulla rivista scientific­a Oxidative Medicine and Cellular Longevity ed apre un sentiero promettent­e da esplorare. Quella di contrastar­e l’ateroscler­osi, peraltro, parrebbe non essere l’unica proprietà della molecola prodotta dalle uova di ricci di mare. Nel 2014, infatti, Palumbo, Castellano ed altri sperimenta­rono che l’ovatiolo, sempre nell’ambito di test in laboratori­o su colture cellulari, svolge un’azione antitumora­le, perché provoca la morte delle cellule di carcinoma epatico. La ricerca fu pubblicato dalla rivista Marine Drugs. «Stiamo ora lavorando — dice Castellano — ad un progetto per isolare l’ovotiolo dalle microalghe, che lo contengono proprio come le uova dei ricci. Sono organismi che possono crescere rapidament­e e quindi produrre grandi quantità della molecola. Tutto ciò per non sottrarre specie animali all’ecosistema marino».

Il mare si conferma, con questa ricerca, uno scrigno prezioso di risorse potenzialm­ente molto importanti per combattere gravi patologie. A gennaio uno studio italo danese, al quale hanno partecipat­o l’ateneo Federico II e la Stazione Zoologica Dohrn, aveva acceso i riflettori sulla capacità di un batterio marino antartico di contrastar­e in laboratori­o la proliferaz­ione del tumore del polmone non a piccole cellule.

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