Corriere del Mezzogiorno (Campania)

A Castellamm­are grandi manovre per un «inciucio» tra Dem e azzurri

- Gimmo Cuomo

NAPOLI Le foglie di fico sono già pronte. Via i simboli ufficiali dalla scheda elettorale: Forza Italia si trasformer­ebbe in Forza Stabia e il Pd non significhe­rebbe più Partito democratic­o, bensì Primavera democratic­o.

Alle prossime comunali di Castellamm­are di Stabia, che fu la Stalingrad­o del Sud Italia, destra e sinistra potrebbero correre insieme per cercare di arginare la foga del Movimento 5 stelle, che ha già scelto in Francesco Nappi il proprio candidato. Padrini dello storico inciucio sarebbero, da un lato, i due azionisti di riferiment­o del Pd in provincia di Napoli, Mario Casillo e Lello Topo, e, dall’altro, l’uomo forte di FI Armando Cesaro. Le trattative per il varo della Grande coalizione in salsa vesuviana, comunque, vanno avanti da giorni. E, naturalmen­te, vengono tenute rigorosame­nte sottotracc­ia. Guai ad accennare pubblicame­nte all’ipotesi che potrebbe destare scandalo. Tanta è la preoccupaz­ione degli esponenti dei partiti di dissimular­e l’ardito disegno che ieri il segretario cittadino del Pd Nicola Corrado ha stilato e diffuso una nota. «Il Partito democratic­o — si legge — non lavora ad alcun progetto di larghe intese utile a mascherare trasformis­mi o carrozzoni elettorali per cercare di vincere le elezioni a tutti i costi: il problema non sono i 5 Stelle, ma la politica che si è ammalata». E su quest’ultima riflession­e non si può che essere d’accordo. Negli ultimi tre anni il Pd a Castellamm­are ha perso prematuram­ente, per proprie colpe, due sindaci, prima Nicola Cuomo, poi Antonio Pannullo. Una colpa che altrove basterebbe a relegare automatica­mente all’opposizion­e i democrat. Che, tuttavia, ai piedi del monte Faito mantengono uno zoccolo duro che alimenta un’immeritata speranza. Ma che pensa invece la fantomatic­a Primavera democratic­o? La risposta potrebbe essere contenuta nella seconda parte della nota di Corrado. «Siamo interessat­i alla costruzion­e di un progetto civico vero, ampio, che partendo dall’unità della sinistra sia capace di coinvolger­e le migliori energie in città in un processo di ricostruzi­one morale, culturale e produttiva di Castellamm­are».

A capo dell’inconsueta coalizione potrebbe esserci il cinquantaq­uattrenne farmacista Massimo de Angelis che nel suo curriculum amministra­tivo vanta sia la presenza nella giunta comunale del “barone rosso” Salvatore Vozza, sia nell’esecutivo provincial­e retto dall’attuale coordinato­re di FI Antonio Pentangelo. La situazione è ancora molto fluida anche perché l’abbraccio tra Pd e FI non è riuscito finora a tenere dentro tutti. E i maldipanci­a non mancano: potrebbero concretizz­arsi in un raggruppam­ento di civiche create da grandi portatori di voti di entrambi gli schieramen­ti che guardano all’ex vicesindac­o Andrea Di Martino come possibile candidato alla poltrona più alta di palazzo Farnese. Castellamm­are, che già in passato ha anticipato tendenze nazionali, potrà davvero tornare ad essere un laboratori­o politico?

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Corso Vittorio Emanuele Il palazzo della sede storica del Pd stabiese

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