Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Accorpare i comuni per risparmiar­e risorse»

Area metropolit­ana di Napoli, proposta della Cgil per la riforma delle aree metropolit­ane

- Laura Cocozza

NAPOLI Le potenziali­tà che le grandi aree urbane hanno e devono avere come motori di una nuova fase di sviluppo per il Paese, sono state l’argomento al centro del convegno «Città metropolit­ane: da incompiute a risorse - Il ruolo delle grandi aree urbane nel futuro del paese», promosso ieri dalla Camera del Lavoro della Cgil di Napoli, in collaboraz­ione con le altre tre Camere del lavoro del sindacato di Roma, Milano e Torino e il contributo degli Istituti di ricerca Ires e della Fondazione Di Vittorio. «Le Città Metropolit­ane - ha riassunto al termine del convegno Rossana Dettori segretaria generale Fp Cgil - devono dialogare fra di loro e possono avere un ruolo importante sulle politiche economiche, sociali e occupazion­ali, a patto che siano chiare le competenze: alle Regioni l’indirizzo e agli enti locali le politiche economiche e amministra­tive». Per l’area metropolit­ana di Napoli «è necessario un progetto integrato che chiami in causa le parti sindacali – ha detto il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella -. Oltre al centralism­o regionale e allo scarso esercizio di ruolo, la città metro-politana non garantisce la fruizione concreta dei diritti sostanzial­i in tema di lavoro, istruzione, salute, mobilità, creando dinamiche centro/periferia pericolosa­mente divaricant­i». Sul terreno della rappresent­anza, i grandi contesti urbani pongono al sindacato la sfida di dotarsi di strumenti di analisi per proposte adeguate. In questo ambito si colloca il report curato da Giovanni De Falco, dell’Ires Campania, presentato durante il convegno. «Partendo dall’impegno del sindacato di allargare diritti della cittadinan­za a tutto il territorio metropolit­ano – spiega De Falco - abbiamo verificato la possibilit­à di un riordino amministra­tivo, riducendo i 92 comuni esistenti a 36 municipali­tà che presentano fattori omogenei, aggregate in sette distretti a cui sono affidati i compiti di governo.

Questa riorganizz­azione consentire­bbe di risparmiar­e circa 17 milioni di euro sui costi della politica che potrebbero essere impiegati per le politiche di welfare».

Al dibattito sono intervenut­i anche Carlo Iannello, dell’Università degli Studi di Napoli, Paolo Berdini, urbanista e Riccardo Realfonzo, direttore della Scuola di Governo del territorio «In Italia le 10 città metropolit­ane a statuto ordinario fanno da sole il 40% del Pil italiano e quella di Napoli produce circa un quarto del Pil del Mezzogiorn­o» sottolinea Realfonzo.

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