Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Campania si spopola, in 40 anni perderà un milione e mezzo di abitanti
La Campania è destinata a spopolarsi inesorabilmente. Colpa del calo delle nascite e della fuga, sempre più inquietanti, dei giovani talenti che poi non tornano più. Secondo i dati, diffusi ieri dall’Istat, nel 2066 in Campania ci saranno 4.382.714 abitanti. Tanti, si dirà. Ma non è così perché secondo l’Istat nel 2017 i cittadini campani erano 5.839.044.
Questo vuol dire, dunque, che tra circa quarant’anni la regione perderà oltre un milione e mezzo di abitanti. E sono tanti, davvero tanti. Lo spopolamento di Napoli, Salerno, Avellino, Benevento e Caserta era stato già evidenziato dallo studio, redatto da Cresme su richiesta del Consiglio nazionale degli architetti, secondo cui nei prossimi venti anni la Campania sarà destinata a perdere 500 mila abitanti. Ora, però, l’indagine dell’Istat sul futuro demografico dell’Italia non lascia più dubbi. Lo spopolamento della Campania però non sarebbe isolato perché la perdita di abitanti riguarderà tutte le regioni meridionali. Dall’analisi dell’istituto di statistica, infatti, emergerebbe che il Mezzogiorno perderebbe popolazione per tutto il periodo mentre nel Centro-Nord, dopo i primi trent’anni di previsione con un bilancio demografico positivo, si avrebbe un progressivo declino della popolazione soltanto dal 2045 in avanti. È previsto uno spostamento del peso della popolazione del Mezzogiorno al Centro-Nord. Le migrazioni interregionali favoriranno ancora le aree settentrionali del Paese.
L’aspetto più inquietante dell’analisi sul futuro demografico del Paese riguarda il processo di invecchiamento della popolazione che nel Mezzogiorno sarà molto più rapido. Scrive l’Istat: «Nel Sud e nelle isole la popolazione passerebbe da un’età media iniziale compresa tra i 43 e 44 anni, quindi più bassa di quella registrata nel Centro-Nord, a una vicina ai 46 entro il 2025 e quindi a una superiore ai 50 entro il 2045». Per l’Istat, dunque, intorno a questo periodo il Mezzogiorno risulterebbe così l’area del Paese a più forte invecchiamento, con un’ulteriore prospettiva di aumento dell’età media che, pur decelerando, perverrebbe al livello di 51,6 anni entro il 2065. E ancora: «Al Sud potrebbe esserci una riduzione più rilevante dei giovani fino a 14 anni di età: da circa il 14% nel 2017 all’11 nel 2065 con un ventaglio di ipotesi che la potrebbe veder scendere sotto il 9% o ad arrestarne la diminuzione poco sopra il 13». In pratica l’invecchiamento del Sud porrebbe una questione di sostenibilità dell’Italia.
L’analisi
Secondo i dati dell’Istat il processo di invecchiamento sarà più rapido