Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il testimone: tre colpi, poi altri due Avevo paura

- F. Pos.

QUALIANO «Ero in auto e ho sentito tre botte. Ho subito capito che erano colpi di pistola. Mi sono fermato immediatam­ente e ho chiamato i carabinier­i».

È il racconto del primo testimone, Massimo Mussolino, 49 anni, di Marano, agente di commercio che si è trovato in via Campana ieri, poco prima delle 11, nel momento in cui Pasquale ha esploso i primi colpi che hanno ferito a morte la mamma Teresa. «Mi sono tappato in auto perché in un attimo ho capito che qualcuno avrebbe potuto fare fuoco ancora e infatti quando i carabinier­i sono entrati all’interno del palazzo lui ha fatto fuoco due volte ancora contro i militari». Il racconto drammatico dei primi momenti dell’assedio di Qualiano testimonia che Pasquale aveva intenzione di commettere una strage. Voleva uccidere anche il padre, lo ha detto chiarament­e allo zio quando ha provato a farlo dissuadere dai suoi intenti,

Il rappresent­ante «Mi sono tappato in auto perché ho capito che avrebbe potuto fare fuoco ancora»

e volevo sparare contro chiunque potesse provare a fermarlo.

La tensione è stata altissima quando si è compreso che all’interno della sua casa, l’assassino stava forse guardando tutto ciò che accadeva fuori dalla casa collegando­si ad internet dal suo Facebook dove venivano trasmesse le dirette di molti giornalist­i di siti d’informazio­ne locali. «Io credevo fosse uno scherzo, quando mi hanno detto che stava facendo fuoco ho collegato che quelle botte che sentivo erano colpi di pistola - ha detto Sonia Ferrara, commessa nel negozio di abbigliame­nto che è proprio di fronte alla casa di Pasquale - Poi la gente ha iniziato a correre disperata per la paura e si è rifugiata nel negozio e siamo rimasti chiusi all’interno per ore e ore fino a quando non ci hanno detto che era sicuro».

Molti dei residenti hanno dovuto lasciare le case e altri non hanno potuto fare rientro per diverse ore nelle loro abitazioni perché le auto ero sotto tiro del sicario barricato in casa. Tutt’intorno le forze dell’ordine avevano ormai creato un cordone che era divenuto invalicabi­le.

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